Un giorno da turista: a bordo del pulmino in giro per Messina

Sabato 21 Settembre è una bella giornata di fine estate. Il sole delle 9 riscalda già le strade del centro e tutti i personaggi del nostro racconto sono pronti ad andare in scena. La protagonista, la “Celebrity Reflection”, nave della compagnia Celebrity, 15 minuti dopo, è appena entrata in porto, salutando la città con un prolungato fischio. Alle 9 e 30, Piazza Duomo ancora è semideserta: solo un gruppo di francesi, che sta facendo il tour della Sicilia, è fermo ad ascoltare le spiegazioni della guida circa il portale principale della Cattedrale, dove fa ingresso qualche minuto dopo. Alle 9 e 45, i venditori ambulanti hanno finito di sistemare le loro mercanzie (cappelli, ventagli, calamite) lungo l’inferriata che cinge la cortina del Porto. Nel frattempo, contiamo i pullman che aspettano a terra i croceristi: sono oltre 25. Destinazioni principali: Taormina e l’Etna. Sono quasi le 10 quando sbarcano le prime persone che hanno deciso di scendere e rimanere in città. Il percorso che i croceristi devono fare nel tratto del Corso Vittorio Emanuele, una volta usciti dall’unico cancello aperto (di fronte al Municipio), è controllato da due vigili urbani che rendono sicuro l’attraversamento pedonale di una strada che, altrimenti, costituirebbe motivo di pericolo, data l’alta velocità con la quale i mezzi sfrecciano.

Attraversata la carreggiata, i croceristi, che pensavano, una volta lasciati i venditori ambulanti (acquistando magari qualche souvenir), di aver salutato ogni possibile avventore, sono caldamente corteggiati (diciamo pure, assaliti) da un’altra marea di persone: taxisti (ora quelli ufficiali e in regola, più avanti pure quelli abusivi) al “grido di battaglia” «Taormina!!» e giovani dei servizi turistici privati (trenini, pulmini vari) che propongono tour della città. È giusto, si faccia attenzione, che ognuno tiri acqua al proprio mulino, ma si dovrebbe farlo forse con maggior decoro; del resto, è in ballo l’impressione (la prima!) che la città dà a chi la visita. Ad ogni gruppo, o anche singola persona, che avanza, il “copione” che sopra abbiamo riferito si ripete immutato. Ogni tanto si accende qualche discussione tra i vari operatori del settore circa mancate autorizzazioni a sostare o a vendere biglietti lì piuttosto che altrove, ma, del resto, in una città che si ritiene turistica ma non ha nemmeno un regolamento per i servizi di linea turistici, bisogna pure aspettarsi che ognuno faccia di testa propria. Il 2 Marzo 2012 scrivevamo a tal proposito che «i gravi ritardi della regolamentazione originano una serie di fenomeni, che ricadono sotto gli occhi dei cittadini, dall’incremento del traffico amplificato, dalla carenza di corsie preferenziali, alle interferenze o addirittura alle sovrapposizioni inutili di simili servizi».

Oltrepassata finalmente la bolgia da mercante in fiera (che si ripete uguale anche accanto la Chiesa dei Catalani, con questa volta, però, l’aggiunta della musica de “Il Padrino” a fare da scontato sottofondo al tutto), i croceristi sono liberi di vagare per il centro. La città si apre per il turista come un vasto “parco-giochi” in cui (e resteremmo davvero incantanti se ci pensassimo un momento), ogni strada, ogni piazza offre uno scorcio insolito, un monumento notevole, una Chiesa affascinante; ha insomma qualcosa di interessante da raccontare. I visitatori girano per le vie, respirano gli odori dei fiori e delle piante, osservano i colori del mare e dei colli, ma ─dobbiamo dirlo─ respirano anche, in alcuni punti, un insopportabile odore di spazzatura e osservano anche alcune brutture edilizie; cose, queste ultime, alle quali forse ci siamo abituati.

Sono le 10 e 30 e decidiamo di accettare l’invito di salire a bordo di uno dei pulmini scoperti che girano per la città; del resto, muniti di macchina fotografica al collo, sembriamo veramente turisti. Il nostro tour inizia dalla Via Garibaldi. È Sabato, siamo fortunati: il traffico è notevole, come sempre, ma più moderato rispetto agli altri giorni della settimana. Ma non esultate, il bus deve comunque fare lo slalom per evitare di centrare le auto in doppia fila (che a Messina rimangono un “must”). A bordo, facciamo la conoscenza di una coppia di anziani inglesi, in viaggio per il loro 50. anniversario di nozze: non possono camminare molto, quindi dove vanno scelgono sempre la formula del bus per visitare la città. Giovani sono invece Jane e Kim, due cinesi che vengono dalla California: «Quando ci stavamo avvicinando alla costa, ─ci dicono─ siamo rimaste incantante dal vostro panorama. Avete tutto: il mare e la collina, è meraviglioso». Si sa, per il turista straniero tutto è “wonderful”, ma ciò che ci dicono è vero ed è qualcosa che ancora la mano scellerata di chi ci ha amministrato finora non è riuscita a cancellare.

L’audio-guida racconta la storia della città, delle chiese e dei monumenti che incontriamo durante il tragitto. La Chiesa dei Catalani, il Municipio, il Teatro, la Madonnina, la Prefettura e la statua del Nettuno, la Fiera (oramai ex tale). Passiamo dal borgo marinaro del Ringo, un fazzoletto di terra e acqua incastonato tra la Chiesa di S. Francesco di Paola e il Museo Regionale, un luogo-simbolo dell’identità messinese e, sulla strada del ritorno, davanti alla Chiesa di San Giuliano e quella di San Francesco, sino ad arrivare al sacrario di Cristo Re. Superato l’arco scavato tra le mura del ‘500, si solleva un prolungato «oooh!» di gruppo: il suggestivo scenario dello Stretto si è aperto dinanzi a noi. Jane, una delle due ragazze cinesi, nota con dispiacere come la parte bassa del forte sia tutta imbrattata da graffiti e scritte varie e ci chiede spiegazioni. «Bad people», facciamo noi. Il tempo di qualche foto presso il Belvedere e si riparte.

Nella seconda parte del tragitto tocchiamo la Chiesa del Carmine (che quotidianamente molti turisti devono accontentarsi di ammirare da fuori, dato che, come la maggior parte delle Chiese di Messina, chiude alle 11), il Tribunale, la sede dell’Università. Il percorso di visita si conclude con un giro lungo Piazza Cairoli e sul Viale San Martino che l’audio-guida definisce la “zona commerciale della città” (dove però un occhio non crocieristico, come il nostro, nota ogni due e tre una saracinesca abbassata per colpa della crisi).

Ritorniamo al punto di partenza, dopo 50 minuti circa. Nota tecnica alquanto ridondante: durante il tragitto non abbiamo visto nemmeno un vigile urbano. In compenso, abbiamo: visto la Via Garibaldi e la Via Cavour ridotte ad un sola corsia (per quelli che, in osservanza del codice della strada, non usano anche la corsia preferenziale) da tutte le auto comodamente parcheggiate; sentito il clacson suonare ogni 3 secondi.

Sono le 11 e 50. Lasciato il pulmino, ci incamminiamo verso Piazza Duomo. Siamo riusciti a convincere quella coppia di anziani inglesi a seguirci: la strada non è molta e ciò che li attende è davvero imperdibile. Alle 12 in punto, il primo ruggito del leone scuote tutta la piazza. I meccanismi dell’orologio si muovono, come accade ogni giorno. Per alcuni minuti centinaia di persone stanno col naso all’insù, immortalando il tutto con una videocamera o con uno smartphone. L’Ave Maria decreta anche per oggi la fine di questo spettacolo.

A conclusione della mattinata, decidiamo di visitare il Tesoro del Duomo, meta molto ambita, che al suo interno, come è noto, conserva la Manta d’oro della Madonna della Lettera, incantevole manifattura messinese del ‘600. Gioacchino Gazzara, responsabile della gestione dal 1997 del Tesoro del Duomo e dal 2004 del Campanile, ci accoglie all’interno della struttura che rappresenta senz’altro un bel modello da imitare per tutti gli operatori del settore. Con lui, abbiamo l’occasione di chiarire meglio un aspetto controverso: «I visitatori che scendono da una crociera ─ci dice─ non sono turisti nel verso senso del termine; quello che fanno è una semplice escursione. I veri e propri turisti sono quelli che visitano la parte orientale della Sicilia, e quindi anche Messina, e ne vengono molti, contrariamente a quello che si pensa. È su di loro che occorre puntare, trattenendoli in città». E su questo non possiamo che trovarci d’accordo.

È tempo di salutare i nostri amici inglesi, loro (quale fortuna!) tornano a bordo della Celebrity, noi (ma non ce ne dispiaciamo) restiamo qui. In ogni caso, aver fatto un giro della città a bordo di un bus turistico è stata un’esperienza stimolante e divertente che ci ha consentito di osservare Messina con occhi diversi. A tal proposito, registriamo un’importante disponibilità da parte degli operatori turistici. Uno di loro, Antonino Puleo, ─ma sente di poter parlare a nome di tutti─ lancia la proposta: tour della città a prezzi minimi per scolaresche e cittadini, da realizzare magari la Domenica. È un’idea, a noi pare, da prendere in considerazione. Non è molto, ma servirebbe sicuramente a far apprezzare meglio la realtà che ci circonda.

(CLAUDIO STAITI)