In provincia di Messina 282 beni immobili confiscati alla mafia. Che fine fanno?

1 ad Alì Terme, 7 a Barcellona, 3 a Capizzi, 1 a Capo d’Orlando, 1 a Castroreale, 91 a Furnari, 10 a Giardini, 1 a Gioiosa, 2 a Letojanni, 14 a Lipari, 10 a Merì, 56 a Messina, 1 a Naso, 1 a Patti, 1 a Reitano, 3 a Roccalumera, 6 a Rometta, 8 a Saponara, 1 a Scaletta, 1 a Taormina, 9 a Torregrotta, 26 a Villafranca. E’ il numero di beni immobili confiscati alla mafia, in provincia di Messina, alla data del 31 dicembre 2013. A questi, si aggiungono 28 aziende, 10 nella città capoluogo e 18 nel resto della provincia. Si tratta di terreni agricoli ed edificabili, fabbricati rurali, industriali e commerciali, appartamenti, ville, garage e capannoni.

L’inchiesta è stata realizzata su base nazionale dal network di datajournalism Dataninja.it, grazie al lavoro di Alessio Cimarelli, Gianluca De Martino e del messinese Andrea Nelson Mauro, nell’ambito di “Confiscati bene”, un progetto sui beni confiscati ideato da Andrea Borruso e avviato nel marzo di quest’anno proprio da Dataninja insieme a Monithon e Twinbit con l’obiettivo di favorire la trasparenza, il riuso e la valorizzazione di questi beni attraverso la raccolta, l’analisi dei dati e il monitoraggio.

Le fonti dei dati utilizzate sono: Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati (Anbsc), Relazione Anbsc 2012, Relazione del Ministero della Giustizia (4 dicembre 2013), Relazione Roberto Garofoli “Per una moderna politica antimafia” (23 gennaio 2014), Relazione sulle prospettive di riforma dei sistema di gestione dei Beni confiscati (Commissione Antimafia, 10 Aprile 2014), Relazione sul semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea e sulla lotta alla criminalità mafiosa su base europea ed extraeuropea (Commissione Antimafia, 18 giugno 2014), “Mafie al Nord”, relazione dell’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università di Milano (luglio 2014).

Ma che fine fanno gli immobili confiscati? Alcuni vengono dati in gestione, altri consegnati ai Comuni, altri ancora alle forze dell’ordine. Ad esempio, ai carabinieri sono stati assegnati 9 immobili a Messina, 6 a Giardini, 2 a Rometta e 1 a Letojanni. A Messina anche 5 immobili alla Guardia di Finanza e 1 alla Polizia di Stato.

Il problema, però, è che spesso l’intero patrimonio confiscato rimane inutilizzato. L’iter di assegnazione è molto lungo e gli immobili restano vuoti e abbandonati quando non in mano ai parenti dei boss arrestati. Pochi vanno a buon fine e così lo strumento antimafia per eccellenza si rivela un flop.

Il dato che emerge in ambito nazionale è che la Sicilia è di gran lunga la Regione col numero più elevato di beni confiscati alla mafia (5502), ma che addirittura l’82,55 % di questi beni (4542) si trova in provincia di Palermo. Se si esclude la provincia capoluogo, infatti, la Sicilia verrebbe sorpassata da Campania (1918), Calabria (1811), Lombardia (1186) e Puglia (1126). 645, invece, i beni sequestrati in Lazio, 181 in Piemonte, 112 in Emilia Romagna, meno di 100 in tutte le altre regioni fino ai 4 dell’Umbria e ai 2 del Molise. Nessuno in Val d’Aosta.

La provincia di Messina (282) è superata da quelle di Catania (617) e Trapani (391). Poi vengono Agrigento (238), Caltanissetta (170), Siracusa (90), Ragusa (89) ed Enna (55). Dunque nella nostra provincia, ed in diverse altre siciliane, il numero è superiore rispetto a quello di intere regioni italiane.

Se limitiamo l’analisi ai Comuni, invece, il triste primato spetta a Palermo, con 3101 beni confiscati. A seguire, Motta Sant’Anastasia (230), Monreale (135), Partinico (131), Bagheria (114), Catania (106), Trabia (105), Misilmeri (92), Furnari (91), Termini Imerese (88), Carini (77), Mazara del Vallo (72), Terrasini (67), Messina (66), Borgetto (65) e Villabate (62).

In provincia di Messina sono stati confiscati 10 beni nel 2009, 1 nel 2010, 17 nel 2011, 106 nel 2012 e 34 nel 2013. In tutto, sono 95 appartamenti in condominio, 69 garage o box auto, 20 altri locali, 18 terreni agricoli, 15 beni non confiscati in via autonoma, 9 altri fabbricati, 8 terreni edificabili, 6 terreni con fabbricati rurali, 5 altre abitazioni, 4 ville, 3 altre unità immobiliari, 1 abitazione indipendente e 1 capannone. Le aziende, invece, sono 14 srl, 8 imprese individuali, 2 sas, 2 snc, 1 consorzio e 1 bene senza personalità giuridica.

Il Comune a “subire” di più è Furnari, con 57 garage o box auto, 32 appartamenti in condominio e 2 terreni. A seguire, Messina, con 29 appartamenti in condominio, 10 altri locali, 7 garage o box auto, 4 altre abitazioni, 3 altri fabbricati, 2 ville e 1 terreno agricolo. Un grande patrimonio sfruttato solo in parte.

(Marco Ipsale)