Finanza derivata, Signorino e Accorinti in Procura. E la Cassazione apre uno spiraglio

Ci sono novitá sul fronte derivati. E su più profili. Stamane il vice sindaco Guido Signorino, il sindaco Renato Accorinti e il dottore Giuseppe Cannizzaro si sono presentati in Procura per spiegare dettagliatamente alla magistratura il loro punto di vista sulla vicenda, costata al Comune di Messina svariati milioni di euro.

L’audizione di Cannizzaro, del primo cittadino e del suo vice rappresenta il primo sviluppo concreto dell’inchiesta nata proprio su loro input, in estate, quando Cannizzaro depositó una dettagliata relazione sui contratti tra Bnl, il Comune e la Dexia. La relazione offriva nuovi spunti sui contratti con i quali il Comune investiva sui derivati. In grossa sostanza, secondo Cannizzaro, i derivati sarebbero dei mutui, e quindi a tasso usuraio. In questa chiave, il contratto tra il Comune e la Bnl, anche qualora fosse salva la natura di contratti tra privati, sarebbe comunque viziata. Uno spiraglio, per il Comune, che il vice sindaco Signorino sta cercando di percorrere quanto più possibile, vista l’entità del buco nei conti di Palazzo Zanca, prodotto anche dai derivati. E la Procura di Messina sta vagliando concretamente i documenti, in parte inediti, presentati da Accorinti e Signorino. Non è escluso che giá nei prossimi giorni il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita imprima una direzione univoca al fascicolo, allo stato ancora esplorativo.

Intanto proprio oggi la Corte di Cassazione a sezioni unite si è pronunciata sul caso derivati al Comune di Messina. I giudici della Suprema Corte, in 15 pagine di motivazione, hanno sancito la natura di contratti tra privati, pur essendo il Comune un ente pubblico. E che la questione riguarda il rapporto tra Bnl e Palazzo Zanca, e non la designazione della Dexia. Se la competenza é del giudice ordinaruo, quindi, il ricorso è da inoltrare ai giudici inglesi. Almeno a quel che emerge ad una prima lettura della sentenza, che è ora all’esame del vice sindaco Signorino, che ne vuole discutere con l’avvocato Parisi. “L’ordinanza emessa dalle Sezioni Unite della Cassazione – spiega l’avvocato Nino Parisi che ha curato la costituzione in giudizio per conto del Comune- non incide sulle ragioni di fatto e di diritto, che hanno portato l’Ente all’annullamento degli atti amministrativi e dei contratti stipulati con BNL e Dexia, relativi alla finanza derivata. La decisione si limita ad affermare la competenza del giudice inglese ritenendo che le ragioni espresse non riguardano l’atto amministrativo in sé ma si riferiscono a vizi connessi alla formazione della volontà negoziale dell’Ente avente natura privatistica. In tali casi, ovviamente, la competenza è del giudice ordinario e può, a differenza di quanto attiene alla giurisdizione amministrativa, essere derogata attraverso esplicita convenzione, come avvenuto nella fattispecie che ci occupa. In ultimo occorre precisare che la decisione non comporta alcun mutamento nella situazione di fatto e giuridica esistente mantenendo l’atto di annullamento, sino ad una decisione di diverso tenore, la propria efficacia”.
L’ordinanza della Cassazione, lo ricordiamo, arriva nell’ambito del procedimento messo in moto dai ricorsi di Dexia e Bnl, che hanno impugnato l’annullamento in autotutela degli atti relativi alla firma del contratto con Bnl.

Sul piano penale, l’inchiesta della Procura di Messina é finita con un’archiviazione di tutte le ipotesi di reato. In prima battuta la Procura aveva chiesto ed ottenuto il sequestro di 17 milioni di euro alla Bnl, dissequestrati poco dopo. In quel caso l’inchiesta riguardava in particolare gli atti con i quali i consiglieri comunali avevano dato il via libera alla stipula del contratto.

Alessandra Serio