Villari fuori dalla corsa elettorale, ecco il ricorso. Escluse anche tre donne della lista Megafono

Tre donne fuori dalla competizioni, quaranta candidati in bilico per via di un certificato compilato alla bell’e meglio, una lista esclusa. La corsa verso palazzo Zanca inizia a farsi incandescente.

Angelo Villari non correrà per la poltrona più alta di palazzo Zanca. La decisione, ufficiale dopo l’esame da parte della commissione mandamentale alla sua lista (ma il cui provvedimento non è stato ancora consegnato al diretto interessato), presentata con due minuti di ritardo, dà il via a tre settimane di fuoco prima che si vada alle urne per eleggere il prossimo sindaco ed i quaranta consiglieri che comporranno il prossimo consesso. Che la posizione della lista “cambiamo Tutto” fosse sub-judice, il segretario generale di palazzo Zanca Santi Alligo l’aveva spiegato subito dopo aver apposto la sua firma accanto a quel “12.02” che indicava l’orario di ricezione del plico coi documenti necessari alla presentazione. Prevedendo ciò che sarebbe successo, Alligo aveva fatto controfirmare anche due agenti di polizia municipale presenti in quel momento nella saletta antistante l’aula consiliare, luogo materiale in cui andavano depositati. La strategia di Villari per tornare in gioco parte da qui. In un esposto, infatti, il candidato escluso ha preteso spiegazioni, da parte dell’ufficio relazioni col pubblico di palazzo Zanca, sul fatto che il luogo in cui presentare i documenti non fosse sufficientemente segnalato. Lo “spaesamento” avrebbe provocato il fatidico ritardo che ha fatto escludere la lista. Dalla segreteria generale, però, fanno notare come luoghi e date fossero state nei giorni scorsi ampiamente segnalate sul sito istituzionale del comune di Messina. Su tutta la vicenda, poi, pende il precedente delle regionali del Lazio di marzo del 2010, quando ad essere escluse ritardi furono le liste del Pdl. Per ovviare, il governo allora in carica, presieduto da Silvio Berlusconi, emanò un decreto secondo il quale i termini di consegna delle liste dovrebbero basarsi sul fatto che si era materialmente presenti nel luogo di consegna nei tempi stabiliti dalla legge. Per questo sarebbe pronto un ricorso, della stesura del quale si starebbe occupando Marcello Scurria, avvocato che in fatto di ricorsi elettorali ne sa una più del diavolo, essendo l’ispiratore della causa che fece decadere Giuseppe Buzzanca da sindaco nel 2003. Ironia della sorte, di Buzzanca poi Scurria è diventato il più fidato consigliere.

Ma non è solo la lista di Villari a tribolare: al Megafono, dopo due giorni in cui il commissario provinciale Giuseppe Ardizzone ha fatto su e giù da palazzo Zanca per integrazioni da presentare alla lista del presidente della regione Rosario Crocetta, la doccia fredda: tre donne sono state escluse dalla lista, altri due dovranno produrre ulteriori integrazioni. Anche la lista Autonomisti per Messina, che già ha perso durante il finesettimana il candidato sindaco Sergio Indelicato, schierandosi quindi a supporto di Enzo Garofalo, ha qualche magagna da sanare: la compilazione errata di alcuni certificati, che vanno “corretti” entro le ventiquattrore dalla segnalazione.