Morte Tomasello, Messinambiente è fuori dal processo

E' tutta in salita la strada dei familiari di Antonino Tomasello, l'operaio di Messinambiente finito con la spazzatrice nel Torrente Pace, il 3 luglio del 2014. Il Giudice per l'udienza preliminare Daniela Urbani ha rinviato a giudizio tutti gli indagati. Per loro il processo comincerà il prossimo 13 gennaio davanti al giudice monocratico. Il Giudice, accogliendo l'eccezione preliminare presentata dall'avvocato Gianluca Gullotta, ha estromesso dal processo la società Messinambiente, citata come responsabile civile. Il legale ha fatto leva sul fatto che alla società non è stato garantito il diritto di prendere parte a quegli accertamenti tecnici irripetibili – a cominiciare dalle perizie sulla spazzatrice – che sono a base della citazione della società stessa.

In sostanza, qualora alla fine del processo gli imputati saranno riconosciuti colpevoli e il giudice stabilirà i risarcimenti in sede civile, è agli stessi imputati personalmente che la famiglia dovrà fare causa civile, per ottenere i risarcimenti.

Alla fine degli accertamenti, la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio di Alessio Ciacci, allora commissario di MessinaAmbiente, il responsabile del Personale Natale Cucè, il responsabile dell’Autoparco Filiippo Marguccio,e il direttore tecnico Antonino Miloro, l'ex liquidatore Armando Di Maria, Pietro Arrigo, Roberto Lisi e Cesare Sindoni quali responsabili dei servizi di prevenzione e protezione e il dirigente responsabile Claudio Sindoni.

L'accusa è di omicidio colposo. La perizia medico legale ha infatti stabilito che l'operaio è morto per le complicanze seguite all'incidente, e non fu invece stroncato da un malore che poteva avergli fatto perdere il controllo del mezzo. In sostanza ai dirigenti e dipendenti di Messinambiente viene contesta la mancata vigilanza sulle norme di sicurezza poste a protezioen del personale che effettua i servizi in strada, in particolare la mancata formazione degli operai al corretto uso dei mezzi, in questo caso specifico la spazzatrice.

"L'evento, riconducibile alla velocità di marcia e alla perdita temporanea di efficenza dei freni, non si sarebbe verificato qualora il Tomasello fosse stato adeguatamente informato (ed addestrato) in ordine alle modalità di conduzione della macchina spazzatrice su tratte in discesa", ha scritto il PM Antonio Carchietti, titolare dell'inchiesta, oggi sostituito in udienza dal Pm Alessia Giorgianni.

Sostanzialmente la spazzatrice in discesa dovrebbe adottare la "condizione di lavoro" con l'azionamento delle turbine, mentre quando è caduto nel torrente Tomasello guidava in modalità "trasferimento", così che in discesa i freni erano sovraccarichi.

Hanno difeso gli avvocati Gianluca Currò, Carmelo Scillia, Giuseppe Carrabba, Giuseppe Mazzotta, Giuseppe Forganni e Francesco Bonanno. Le parti offese, la moglie ei figli dell'operaio, sono assistiti dall'avvocato Maria Emanuele.

Alessandra Serio