Sette mesi fa la frana a Gesso. Nessuna notizia neanche del progetto di ripristino

1 febbraio 2014 – 1 settembre 2014. Sette mesi di disagi e potenziali pericoli senza che si sia mossa foglia. Il danno avvenne per fortuna di notte, quando nessuno transitava da via Madonna delle Grazie a Gesso. Dopo una notte di temporali, si era aperta una voragine che aveva trascinato con sé a valle il muro a protezione della strada comunale. L’intervento di rimozione del materiale franato, da parte di Vigili del Fuoco, Protezione Civile e Amam fu immediato.

Ben presto, il 5 febbraio, si svolse un tavolo tecnico, al Comune di Messina, per discutere dei lavori di messa in sicurezza, tra gli assessori alla Protezione Civile, Filippo Cucinotta, all’Urbanistica, Sergio De Cola, e i consiglieri della VI Circoscrizione, alla presenza di numerosi residenti del villaggio.

“Durante la riunione – ricordano i consiglieri del VI quartiere, Mario Biancuzzo e Nunzio Cardullo – l’assessore De Cola ha dichiarato che si stavano già approntando i sondaggi geognostici e che si stava lavorando ad un progetto per mettere definitivamente in sicurezza i luoghi. Da allora, però, è stato soltanto messo del cemento che dovrebbe proteggere la frana ma il muro è rimasto instabile, lesionato e in alcuni tratti inclinato, col rischio che ceda”.

Biancuzzo e Cardullo vogliono allora sapere se è stato redatto il progetto di messa in sicurezza della strada franata e, di conseguenza, quanto tempo dovrà ancora passare prima di poter tornare a usufruire del collegamento tra Gesso e la strada statale.

Timore anche in vista della stagione delle piogge. “E’ necessario realizzare opere di raccolta e convogliamento delle acque pluvie prima del prossimo inverno – concludono i due consiglieri – al fine di evitare ruscellamenti con ulteriori conseguenze sull’instabilità. Oppure aspettiamo che ceda il muro aggravando la spesa? A monte della strada – sottolineano infine – sono presenti alcune abitazioni ed eventuali crolli potrebbero creare problemi alla pubblica incolumità”.