Anselmino: “Le professionalità dell’Arsenale per il rilancio”. I sindacati chiedono impegno del governo

“La vertenza che interessa l’Arsenale militare di Messina, non può passare in secondo piano, al contrario merita, da parte del governo nazionale e regionale, la stessa attenzione spesa per affrontare la situazione di La Spezia e Taranto. La costante e continua riduzione degli investimenti nell’area, è un evidente campanello d’allarme rispetto al quale non si può rimanere sordi. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa non sono disposte ad assistere inermi a quello che si profila come l’ennesimo scippo alla città”. Queste le affermazioni di Clara Crocé e Francesco Fucile della Fp Cgil, di Calogero Emanuele e Paola Zito della Cisl Fp e di Andrea Mangraviti e Angelo Rodilosso della Uil Pa, a seguito dell’incontro svoltosi tra le organizzazioni sindacali e il direttore generale dell’Arsenale Militare di Messina, Giancarlo Anselmino. Il quale si è detto pronto a sostenere la causa della città. “Se dovessero chiudere Messina – ha affermato con forza Anselmino – sarò io stesso a venire a legarmi davanti allo stabilimento. Piuttosto bisogna sfruttare le competenze e le professionalità per portarle nel mercato, questa deve essere la nostra stella polare”.

“Le affermazioni del dg – dichiarano i segretari di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa – ci danno speranza rispetto alla risoluzione della vertenza, ma affinché l’obiettivo sia raggiunto e l’Arsenale di Messina possa tornare ad essere, così come negli anni ’70-’80, una scuola operaia, è necessario l’impegno del governo”.

Per le tre sigle sindacali, “bisogna aprire una nuova fase in cui saper ribaltare i termini: l’obiettivo dovrà essere non più esternalizzazioni ma internalizzazioni ed altrettanto chiaro dovrà essere il rilancio dello stabilimento di Messina”. In attesa dunque di conoscere le iniziative che la direzione generale intende porre in essere, le Funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil annunciano che in caso di assenza di risposte, “verranno avviate tutte le iniziative possibili al fine di scongiurare la inevitabile chiusura dell’Arsenale militare di Messina”.