L'emergenza e il 65% di differenziata: aumenta la Tari e 10 milioni sul tavolo

L’emergenza e il 65% di differenziata: aumenta la Tari e 10 milioni sul tavolo

Francesca Stornante

L’emergenza e il 65% di differenziata: aumenta la Tari e 10 milioni sul tavolo

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mercoledì 07 Novembre 2018 - 10:06

Il sindaco ha concesso tre giorni a MessinaServizi per risolvere l'emergenza rifiuti che sta ammorbando la città. Ma si guarda al futuro, l'obiettivo del 65% di differenziata entro luglio per De Luca si deve raggiungere a tutti i costi. Ecco come.

Intanto bisogna liberare la città dalla spazzatura. Il sindaco Cateno De Luca non vuole sentire ragioni e lo ha detto chiaro: «Risolvete il problema». Ieri sera durante il lungo confronto dedicato a MessinaServizi, De Luca ha ragionato sui due fronti caldi che in questo momento l’amministrazione deve affrontare sul fronte rifiuti. Da un lato c’è l’emergenza, c’è la necessità di trovare immediatamente delle soluzioni. E bisogna farlo subito. Il sindaco ha dato tre giorni di tempo: «Entro venerdì dobbiamo chiudere la questione. Prossima settimana parliamo della programmazione».

Dall’altro lato c’è quella soglia di legge del 65% di raccolta differenziata da raggiungere entro luglio 2019 che per De Luca è l’unico obiettivo da centrare. In questo momento Messina è al 20%, quindi 8 mesi per rivoluzionare il sistema rifiuti, passare al porta a porta in modo massiccio, centrare il 65% di differenziata.Per tagliare questo traguardo De Luca è pronto a tutto, impegni, sforzi economici immediati che sarà il Comune a sostenere.

«Sono pronto a mettere 10 milioni di euro sul tavolo da destinare ad incentivi ai lavoratori per il raggiungimento degli obiettivi» ha detto il sindaco ai sindacati. Quindi l’amministrazione De Luca investirà 10 milioni di euro per premiare i lavoratori di MessinaServizi se a luglio 2019 la città avrà raggiunto il 65% di differenziata.

Ma come si riuscirà a fare questo scatto in così poco tempo? Servono i mezzi, servono kit e cestini, serve un investimento importante.E qui arriva la nota dolente per i cittadini: aumenterà la Tari.Perché ogni tipo di costo legato ai servizi dev’essere coperto al 100% con fondi Tari, che arrivano quindi dalle tasse che i contribuenti pagano sulla spazzatura. Quindi, in base a quelle che saranno le scelte di programmazione, i messinesi devono prepararsi a ritrovarsi già sulla Tari 2019 un aumento che si stima potrebbe superare i 100 euro a famiglia rispetto allo scorso anno. Quasi una beffa, considerato quello che i messinesi stanno vivendo i qeusti giorni sul fronte emergenziale. Ma secondo il sindaco è un sacrificio necessario di un solo anno perché già nel 2020 si dovrebbe tornare alla normalità e anzi dovrebbe iniziare un percorso virtuoso che nel tempo porterà ad un abbassamento dei costi in bolletta.

A dirlo i prospetti illustrati ieri sera che hanno messo a confronto le ipotesi di acquisto dei mezzi o l’ipotesi del noleggio. Nel primo caso sarebbe maggiore l’impatto sul Piano finanziario dei rifiuti del 2019 che schizzerebbe a 57 milioni di euro per consentire un investimento che sfiora i 15 milioni di euro per l’acquisto di mezzi, cestini e gli investimenti necessari sul lavoro. Dai i calcoli, secondo questo scenario, una famiglia di 3 persone che vive in un appartamento di 90 mq si ritroverebbe a pagare 478 euro di Tari, contro i 374 degli ultimi due anni. Ma già nel 2020 la previsione riporterebbe a 42 milioni di euro il piano finanziario del pianeta rifiuti e dunque la Tari tornerebbe ai valori di questi anni.

Nel caso del noleggio ai messinesi la Tari 2019 costerebbe un po’ meno, ma si tratta di circa una trentina di euro in meno rispetto all’acquisto. E nell’anno successivo il risparmio sarebbe però inferiore.

Dunque adesso i prossimi tavoli serviranno per tracciare la strada da seguire, tenendo presente che c’è un unico obiettivo: il 65% entro luglio. Si conta di crescere ogni mese di 6 punti percentuali. Ma tutto questo dovrà fare i conti anche con quello che accadrà a Messinambiente e dunque anche a MessinaServizi perché i piani potrebbero dover cambiare ancora.

Francesca Stornante

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