Corte d’appello, Ardizzone ed i giudici a Roma dal ministro Orlando: “Non sopprimetela”

A parlare, e non poteva essere altrimenti, visti i partecipanti e l’interlocutore, sono stati i numeri. La logica dei fatti, prima di ogni altra considerazione,è stata posta dalla delegazione siciliana, guidata dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, all’attenzione del ministro della giustizia Andrea Orlando per riflettere sulla soppressione delle Corti d’appello di Messina e Caltanissetta prevista dalla riorganizzazione del settore. Non è stata una difesa di “bandiera” quella portata avanti dalla deputazione insieme ai vertici della magistratura delle due città, ma un’argomentazione chiara, basata sulla necessità di mantenere i due presidi di giustizia e legalità in una terra nella quale la continua presenza dello Stato non può e non deve venire meno.

Il mantenimento delle Corti d’appello di Messina e Caltanissetta è stato quindi il cuore dell’incontro che si è tenuto ieri a Roma al ministero della Giustizia tra il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, e il guardasigilli, Andrea Orlando. Insieme al presidente dell’Ars erano presenti i presidenti delle Corti d’appello e i procuratori generali di Messina, Michele Galluccio e Giovanni D’Angelo, di Caltanissetta Salvatore Cardinale e Fabio D’Anna, oltre ai presidenti degli Ordini degli avvocati dei due centri, Vincenzo Ciraolo e Pierluigi Zoda.
Della delegazione del parlamento siciliano facevano parte anche il vice presidente dell’Ars, Giuseppe Lupo, il presidente della Commissione antimafia, Nello Musumeci, con il vice Gianluca Miccichè, e il deputato Giancarlo Cancelleri.
L’incontro con il ministro Orlando segue la mozione approvata dall’Ars lo scorso 14 aprile, per evitare che il progetto di revisione delle Corti d'Appello in Italia possa portare alla chiusura, in Sicilia, dei distretti giudiziari di Messina e Caltanissetta.
La chiusura della Corte d’appello di Messina comporterebbe, oltre ad un immediato contraccolpo di carattere occupazionale ed economico, conseguenze a catena con la soppressione della Dda e della Dia nonché del Tribunale dei minori. Per non parlare delle ovvie ed immaginabili conseguenze sul venir meno di quei presidi in rappresentanza dello Stato che in terre come quella siciliana comportano. Gravissimi i disagi poi per i cittadini e per i piccoli studi legali. Lo stesso dibattito sul Palagiustizia satellite non avrebbe più alcun senso, dal momento che la scure del governo ha deciso di considerare con lo stesso metro di misura, inopinatamente, due realtà diverse, come possono essere quelle della Lombardia e della Sicilia.

Ma in realtà, a parlare sono stati i numeri, quelli che contraddistinguono, con orgoglio, Messina. Al ministro Orlando sono stati illustrati dati oggettivi. Secondo gli attuali parametri, la permanenza delle due Corti d’appello sarebbe infatti ampiamente giustificata.

“I magistrati hanno illustrato i dati relativi alla Corte d’appello di Messina- ha commentato il presidente Ardizzone- Stiamo parlando di numeri inconfutabili e sui quali riteniamo che il ministro possa riflettere e che la dicono lunga sulla necessità di mantenere la Corte d’appello”.

La presenza di una delegazione così numerosa ma soprattutto qualificata, che ha portato fatti e non proteste, sicuramente avrà un suo peso nelle riflessioni che il ministro Orlando vorrà fare prima di privare la Sicilia di due presidi così vitali. Più che probabile quindi che da questo vertice romano scaturisca almeno uno spiraglio su una vicenda che sembrava data per immodificabile.

Rosaria Brancato