Porto di Tremestieri, strada tracciata ma dovranno seguire atti concreti e immediati

Tre binari paralleli lungo il percorso che conduce al traguardo. Il traguardo è l’avvio dei lavori di ampliamento del porto di Tremestieri e dovrà essere tagliato in contemporanea su tutti e tre i fronti. A parole sembrano non esserci intoppi, nei fatti lo si vedrà. Un piccolo intoppo, ad esempio, si è verificato ieri perché, all’incontro che si è svolto nella sede del Ministero delle Infrastrutture, mancava un interlocutore fondamentale, l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce, né c’era alcun suo rappresentante. La motivazione è tanto semplice quanto disarmante: pare che il Ministero abbia inviato la convocazione solo ieri mattina e dunque non ci sarebbe stato il tempo per raggiungere Roma. Lo staff dell’assessorato, raggiunto telefonicamente, ha dato la propria disponibilità al dialogo e promesso un incontro a brevissimo termine. Alla riunione di Roma hanno partecipato il direttore generale del Ministero, Enrico Pujia, il dirigente regionale del dipartimento Infrastrutture, Fulvio Bellomo, l’assessore regionale alle Infrastrutture, Giovanni Pizzo, il sindaco Renato Accorinti, il comandante della Capitaneria di Porto, Antonino Samiani, e, in rappresentanza dell’Autorità Portuale, il presidente Antonino De Simone, il dirigente Ettore Gentile e il segretario Francesco Di Sarcina.

1) IL TRASFERIMENTO DELLE AREE ALL’AUTORITA’ PORTUALE

Ma qual è il ruolo dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente e perché è così importante? Si tratta di uno dei tre binari da percorrere verso la meta. L’area su cui insistono le attuali due invasature del porto di Tremestieri è di competenza dell’Autorità Portuale. L’area subito a sud, quella in cui dovranno essere realizzate altre quattro invasature, è ancora del demanio regionale. “Ne abbiamo richiesto l’affidamento un anno fa – afferma il segretario generale dell’Autorità Portuale, Francesco Di Sarcina – e solo una settimana fa, quasi casualmente, abbiamo saputo che la Regione si è espressa nello scorso mese di ottobre, con un parere dell’ex assessore Giarratana favorevole ma condizionato. E si tratta di condizioni assurde. E’ invece necessario che il porto sia gestito in modo unitario perché è inconcepibile che possa essere gestito per una parte da noi e per un’altra dalla Regione”. L’assessorato dovrebbe quindi modificare il parere rilasciato e, in questo senso, Messina punta sull’azione dei suoi massimi rappresentanti politici: l’assessore Croce, il deputato Beppe Picciolo, che si è interessato della questione, ed il deputato Vincenzo Garofalo, che ha nuovamente sensibilizzato il ministro Delrio sulla vicenda.

2) I FINANZIAMENTI

Il secondo fronte, quello dei finanziamenti, è in realtà correlato al primo. Anzitutto perché ci sono in ballo 20 milioni della Regione, cifra confermata ma, come ha ribadito l’assessore Pizzo, bisogna chiudere velocemente l’iter poiché i fondi non possono restare in sospeso a tempo indeterminato. Pizzo ha anzi dato l’ok immediato al trasferimento delle aree all’Autorità Portuale, promettendo il proprio supporto politico in tutte le sedi opportune. E’, tra l’altro, la condizione obbligatoria affinché l’Authority aumenti il proprio contributo economico per l’opera, che già ammonta a 15 milioni, pur se potrebbe anche non rivelarsi necessario. Se, al momento, sono certi i primi 35 milioni, presto potrebbero esserlo altri 35. Sono quelli del mutuo con la banca belga Dexia, in scadenza nel prossimo dicembre. E’ stata concordata con il Ministero una linea già seguita per una vicenda simile con l’Autorità Portuale di Catania, vale a dire l’approvazione delle somme direttamente in contabilità speciale, in questo caso al Comune di Messina. “Abbiamo dato la nostra liberatoria, così come ci è stato richiesto, – riprende Di Sarcina – al Ministero, che adesso perfezionerà gli atti, farà un nuovo decreto e trasferirà le somme. Una parte è andata in perenzione (accade quando i residui passivi non vengono pagati entro un certo tempo, ma comunque si mantiene il diritto al credito, ndr) ma ne chiederemo la restituzione. E’ un problema in via di soluzione per cui la copertura economica è quasi completa. E’ venuta meno una delle due fonti statali, quella che era in capo al Provveditorato alle opere pubbliche, ma probabilmente riusciremo a recuperare anche questa. Eventualmente servirebbero tra i 9 e gli 11 milioni, una cifra che saremmo disponibili a coprire previo via libera del Comitato Portuale, che per legge dispone dei fondi e sono convinto non si opporrebbe perché è interesse comune lo sviluppo della portualità. Impensabile, invece, l’impiego di ulteriori somme del nostro avanzo di amministrazione, che invece servono per tante altre opere”. L’auspicio, dunque, è che arrivi dallo Stato anche la decina di milioni mancante, com’era nelle previsioni iniziali. In caso contrario, la partita finanziamenti sarà chiusa dall’Autorità Portuale, ma sempre partendo dal presupposto del trasferimento delle aree.

3) I POTERI SPECIALI

Il terzo e ultimo problema riguarda i poteri speciali. L’assessore Pizzo è stato chiaro: la Regione non vuole occuparsi dell’approvazione del progetto e “sponsorizza” la concessione dei poteri speciali, così com’è avvenuto per la realizzazione delle due attuali invasature. “Senza – conclude il segretario dell’Authority – potrebbe passare anche un anno per l’approvazione del progetto. Ma sembra di essere tutti d’accordo, compreso il Ministero. Certo ora bisogna passare dalle parole ai fatti e mettere nero su bianco, speriamo entro luglio”. Una volta accertati i finanziamenti e approvato il progetto, si potrà finalmente firmare il contratto con l’impresa. “Ancora non si sa neppure chi dovrà firmarlo – chiosa Di Sarcina – perché l’ordinanza di protezione civile è molto confusa e non è chiaro se sia il Comune la stazione appaltante”.

(Marco Ipsale)