Liberata la petroliera Enrico Ievoli. Tutto bene per i due messinesi a bordo

L’equipaggio della “Enrico Ievoli”, la nave italiana sequestrata dai pirati al largo delle coste dell’Oman il 27 dicembre del 2011 e successivamente portata in Somalia, è stato liberati. Si tratta di sei italiani (due dei quali messinesi), cinque ucraini e sette indiani.

“Stiamo molto bene, è tutto sotto controllo”, ha detto il comandante Agostino Musumeci, catanese. “La nave è già partita dalle coste della Somalia e a bordo ci sono i militari italiani”, ha aggiunto l’armatore Domenico Ievoli.
Grande gioia a Torre Faro di Messina, dove vive la madre del ventinovenne Valentino Longo, uno dei membri dell’equipaggio. “Siamo tutti felicissimi – ha detto la signora Giuseppina -, ho parlato ora al telefono con mio figlio. Mi ha detto che sta bene e che non è stato maltrattato dai sequestratori. Sono stati quattro mesi difficili ma finalmente questo incubo è finito”.
Secondo quanto il marinaio ha riferito alla madre, anche l’altro collega messinese, Letterio La Maestra, sta bene. “Ora finalmente Valentino – ha aggiunto la madre – potrà coronare il suo sogno di sposare la fidanzata Macrina Bertuccio. Le nozze erano già fissate per il 21 luglio: sarà una doppia festa. Ancora la nave deve attraversare un altro tratto di mare pericoloso, poi saranno prelevati e portati in Italia. Penso che passeranno altri due o tre giorni. In questi mesi sia l’armatore che la Farnesina ci sono stati vicini e li ringraziamo”.

Il ministro degli Esteri Giulio Terzi, oggi in Indonesia per una missione nelle capitali asiatiche, ha dato la notizia alla stampa dopo avere informato i familiari dei 6 italiani. Terzi, che in queste ultime ore da Jakarta ha seguito direttamente l’ultima fase della liberazione, ha espresso “grande soddisfazione per un esito positivo perseguito con tenacia e altissima professionalità”.

La vicenda della Ievoli, ha sottolineato il titolare della Farnesina, “è stata in questi mesi al centro di un’ampia azione diplomatica svolta anche nei confronti delle autorità somale, alle quali è stato da parte italiana richiesto il massimo impegno affinché i nostri connazionali potessero tornare sani e salvi a casa”.