Secondo scivolo del porto di Tremestieri, l’apertura slitta per l’ennesima volta

L’ultimo sopralluogo del sindaco Accorinti, insieme all’Autorità Portuale, risale a una ventina di giorni fa. In quell’occasione, l’impresa Scuttari, che si sta occupando dei lavori di ricostruzione della diga del porto di Tremestieri, indicò una tempistica di 35 giorni per portare a termine le opere. In pratica, nelle previsioni, tutto sarebbe stato pronto ai primi di aprile e, finalmente, il traffico pesante in attraversamento sullo Stretto, Cartour a parte, sarebbe potuto essere trasferito nell’approdo a sud.

Per l’ennesima volta, anche questa scadenza non sarà rispettata. Superati gli ostacoli per l’infissione dei 60 pali nel fondale, si stanno ripresentando ulteriori difficoltà anche per l’infissione dei necessari micropali.

Stamane, nella sede dell’Autorità Portuale, il presidente De Simone ed il segretario generale Di Sarcina hanno incontrato il referente regionale di Fast Confsal Marittimi, Antonino Di Mento, e i delegati sindacali Giuseppe Calarco e Francesco Rodi, assicurando che c’è l’impegno per risolvere al più presto gli ultimi problemi verificati e che tutto il possibile per chiudere al più presto il cantiere è stato già posto in campo.

“Abbiamo spiegato ai sindacati quali problemi riguardo ai micropali sta affrontando l’impresa – afferma Di Sarcina -. Purtroppo, rispetto alle velocità di esecuzione che ci si attendeva, si sta procedendo a ritmi più lenti perché sono state riscontrate difficoltà nella fase dell’iniezione del cemento. Nulla di esageratamente drammatico, è un problema di cantiere che si sta affrontando e risolvendo. Il dramma, semmai, sta nel contesto di quest'opera. Mentre in altri casi siamo stati puntualissimi, qui non possiamo esserlo per una serie di motivi: in parte per la complessità del lavoro, in parte per le carenze progettuali ed in parte per le difficoltà organizzative dell’impresa. Si cercherà comunque di finire i lavori al più presto anche perché la ditta sa di essere in penale e, ogni giorno in più che passa, incassano meno di quanto avrebbero incassato in condizioni normali”.

Il ritardo, dunque, potrebbe anche essere breve, ma è chiaro che, a questo punto, nessuno si vuole più sbilanciare in ipotesi, tantomeno Di Sarcina. "Non posso più dare tempi – conclude – perché purtroppo non siamo mai riusciti a rispettare le previsioni, visti gli intoppi che abbiamo puntualmente riscontrato. Preferisco vedere le evoluzioni, nella consapevolezza che non abbiamo alternative". Infine, un pizzico di ottimismo. "Si tratta comunque di una lavorazione nuova che l’impresa sta mettendo a punto. Probabilmente, per i prossimi pali, la velocità di esecuzione aumenterà".

(Marco Ipsale)