Il degrado di villa Dante e quel parcheggio ancora chiuso… LE FOTO

0,16 metri quadri, per abitante, di aree di arredo urbano come le ville e i parchi. Il dato contenuto nel rapporto “Messina in cifre 2012”, del dipartimento comunale di Statistica, è di per sé emblematico. Se poi queste aree sono anche abbandonate al degrado ed all’inciviltà dei vandali, ecco che il quadro è completo.

Parliamo oggi di villa Dante, la più grande area verde cittadina. Di verde, però, ne è rimasto ben poco. E i pericoli, soprattutto per i bambini, sono all’ordine del giorno.

Tutti i tombini sono rotti o senza coperchio e, nello spazio a loro dedicato, altalene distrutte, fontane rotte in seguito ad atti vandalici e cestini portarifiuti staccati dalla loro sede naturale.

Un quadro desolante tracciato dal reportage di Alessandro Gheza e del consigliere del III quartiere, Peppe Basile, che, passeggiando all’interno della villa, hanno fotografato quanto di bello e meno bello si è posto sul loro cammino.

Villa Dante è stata più volte oggetto di lavori di manutenzione straordinaria ma, come spesso capita in città, è quella ordinaria che manca. E, nel tempo, i risultati sono sotto gli occhi di tutti, con l’aiuto dei soliti che non mancano mai di aggiungere degrado al degrado. Come chi ha pensato bene di esternare il suo amore per Giada, con una frase “poetica”: “Mi anno chiesto cose la mia vita allora ho fatto il tuo nome”. Lingua italiana a parte, c’è da chiedersi per quale motivo debba scriverlo a caratteri cubitali all’interno di villa Dante. E chissà cos’avrà risposto Giada.

Non più furbi i cosiddetti “padroni” che a raccogliere i bisogni dei propri cani non ci pensano neppure. I servizi igienici sono in condizioni precarie, così come il campetto di calcio. Ed ancora panchine divelte e detriti di cemento abbandonati.

In questo contesto, non poteva mancare la solita storia delle incompiute messinesi. Un parcheggio per 216 auto pronto dall’ottobre 2011, quando la ditta andò via senza che fosse effettuato il collaudo. E nel febbraio di quest’anno, arrivò anche il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, ad apporre un bollino rosso a significare il mancato raggiungimento dell’obiettivo. In quell’occasione, tante parole e le solite promesse: l’apertura entro 50 o 60 giorni. Aprile è passato, così come maggio, giugno e tra pochi giorni anche luglio, ma il parcheggio è ancora chiuso.

Le opere richieste dai Vigili del Fuoco per il rilascio dell’agibilità sono state svolte. Il lavoro infrastrutturale è dunque concluso. A ostacolare l’apertura del parcheggio, sono gli adempimenti burocratici propedeutici alla messa in funzione. In pratica, il Comune deve presentare la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) e richiedere il Cpi (Certificato di prevenzione incendi) al Comando dei Vigili del Fuoco.

E su questo aspetto, evidentemente, si sono presentati nuovi problemi. “Sto cercando di capire anch’io il motivo del fermo – dichiara il neo assessore alla Mobilità, Viabilità e Trasporti, Gaetano Cacciola -, devo ancora parlarne coi diretti responsabili. Credo ci siano state delle difficoltà con le autorizzazioni dei Vigili del Fuoco, perché c’erano state imperfezioni nella realizzazione di opere non portate a compimento. E’ un periodo particolare perché ci sono di mezzo le ferie ed è difficile organizzare incontri. Spero di riuscirci nei prossimi giorni, per capire l’andazzo della situazione e cercare di dare una scossa”. Lo speriamo anche noi.

(Marco Ipsale)