Trenta metri quadri di verde urbano in Italia per ogni abitante. A Messina sono meno di nove

In Italia ogni abitante dispone mediamente di 30,3 metri quadri di verde urbano. Le disponibilita’ minori si rilevano al Centro (23 metri quadri per abitante) e al Nord-ovest (24,3 metri quadri). Lo rileva l’indagine ‘Dati ambientali nelle citta” effettuata annualmente dall’Istat. L’analisi mette in luce forti differenziali territoriali. Nel Nord-est la disponibilita’ di verde urbano pro capite e’ piu’ elevata (in media pari a 45,4 metri quadri). Nel Mezzogiorno le buone dotazioni in alcune citta’ contribuiscono ad elevare il valore medio della ripartizione (33,1 metri quadri per abitante), in particolare quelle dei capoluoghi lucani e di Andria, Ragusa, Carbonia, Tortoli’ e Nuoro, tutte con dotazioni superiori ai 50 metri quadri pro capite. Tuttavia nella ripartizione si rileva anche la piu’ elevata concentrazione di citta’, dove il verde urbano per abitante e’ inferiore ai 9 metri quadri: una condizione che caratterizza un terzo dei capoluoghi delle Isole e oltre quattro su 10 tra quelli del Sud. Tra i grandi comuni, anche in presenza di valori assoluti consistenti (a Roma i metri quadri di verde urbano superano i 45,6 milioni, a Milano i 21,7 milioni, a Torino i 19 milioni, a Bologna gli 11,5, a Genova i 10,4 e Firenze e Venezia i 9 milioni), in considerazione della elevata dimensione demografica le dotazioni per abitante sono nel complesso contenute. I cittadini, infatti, dispongono in media di 17,4 metri quadri per abitante a fronte di una disponibilita’ nei capoluoghi di medie e piccole dimensioni di 46,1 metri quadri. E’ Cagliari (39,5 metri quadri per abitante) la citta’ con la piu’ elevata disponibilita’ pro capite; seguono Venezia (33,8 metri quadri) e Padova (33,4 metri quadri), mentre nei rimanenti grandi comuni i valori sono al di sotto della media, e a Bari, Napoli, e Messina inferiori ai 9 metri quadri per abitante.

“La legge che abbiamo varato in gennaio – scrive in una nota il Ministro dell’Ambiente, Corrado Clini – spinge i sindaci a fare di più per dare ai cittadini un ambiente migliore, più bello e più salubre. Città come Bari, Napoli o Messina, fra quelle più cementificate, devono impegnarsi a imitare gli esempi virtuosi di Sondrio, Lodi e Matera, dove ogni cittadino ha a disposizione aree verdi oltre il 15% degli spazi urbani”. Per garantire che venga osservata l’applicazione effettiva della legge, il ministro ha nominato i nove componenti del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico, “fra persone di particolare e comprovata competenza ed esperienza tecnica, culturale, professionale o giuridica nel settore ambientale”. Tra questi, il capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, e il presidente del Consiglio nazionale degli ordini dei dottori agronomi e forestali, Andrea Sisti.

La legge è la 10 del 2013 ed a Messina è stata presentata lo scorso 22 febbraio a palazzo Zanca (vedi correlato). L’auspicio è che serva ad invertire la rotta nella nostra città, dove sono presenti solo tre polmoni verdi: Villa Dante, Villa Mazzini e Villa Sabin. Un quarto, il parco Aldo Moro, è da tempo negato alla città. Il 20 gennaio dello scorso anno, il Comune ha siglato una convenzione con l’Ingv, l’Istituto nazionale di geologia e vulcanologia ospitato all’interno del parco, per la fruizione pubblica di una parte dell’area, ma da 15 mesi a questa parte non c’è stato seguito. Di recente, la vicenda è stata riportata alla luce dagli attivisti del Teatro in Fiera che ne hanno fatto un’altra Ztl (Zona temporaneamente liberata), ripulendo l’area dalle erbacce, prima che una prevista Festa di Primavera venisse interrotta dall’arrivo dei carabinieri.

L’apertura del Parco Aldo Moro sarebbe un piccolo spiraglio di luce in un tunnel oscuro per uscire dal quale è necessario ripensare la città nell’ottica di una fruizione pubblica di nuovi spazi verdi, al contrario della politica di cementificazione perpetrata negli ultimi anni. Che in tutte le classifiche sull’ambiente è il verde urbano Messina sia agli ultimi posti, non stupisce affatto.