Un posto occupato per Omayma. Un’altra donna che ha pagato con la vita la sua libertà

Omayma era una mediatrice culturale aveva 34 anni e 4 bambine, fra i 2 e i 13 anni. Anche come tante, troppe donne in Italia, ha pagato con la vita la sua libertà.

Prima di tornare a casa e trovare la morte era al lavoro al molo Marconi al porto di Messina per accogliere i migranti. Il marito, al suo rientro l’ha massacrata di legnate, uccidendola.

Omayma era una donna, era una mamma, era una moglie di un uomo violento che si è rivelato essere un assassino "Posto occupato” ha deciso di dedicare a questa giovane e straordinaria donna la locandina e la sua ideatrice, Maria Andaloro, ammonisce tutti: «bisognerebbe smetterla di attribuire superficialmente alla gelosia o all’amore la volontà di uccidere»

Posto Occupato un'idea, un dolore, un pensiero, un gesto concreto dedicato a tutte le donne vittime di violenza.” Per ricordare il nome e la storia di Omayma, Maria Andaloro invita a «condividere la locandina, stamparla e riservare un posto, il giorno dei funerali in sua memoria ovunque in città, panifici, farmacie, teatri, librerie, asili scuole, uffici pubblici e privati, in piazza come sul tram o nei supermercati. In ogni luogo dove lei avrebbe potuto andare e che non potrà mai più esserci».

«E che questo gesto in sua memoria serva a tutte, a tutti da monito Mai – conclude l’ideatrice di Posto Occupato – sottovalutare i sintomi della violenza».

IL LINK CON LA LOCANDINA: https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10207262163382623&set=a.1538559714181.2073160.1540535859&type=1&theater