Politica

Inopportuna la lettera elettorale firmata da De Luca come sindaco metropolitano

E’ una questione di opportunità. Non è affatto opportuno che chi ricopre il ruolo di vertice istituzionale, in questo caso il sindaco di Messina e sindaco metropolitano di Messina Cateno De Luca, invii per posta una lettera ai residenti nei vari comuni della provincia e del capoluogo chiedendo il voto per il suo assessore all’ambiente Dafne Musolino, candidata alle Europee. Anzi, in realtà chiede un doppio consenso, quello per il 26 maggio ed uno più in là nel tempo, per sé stesso, alle Regionali del 2022.

De Luca è legittimato a fare campagna elettorale, a candidare una persona a lui vicina in una lista, è legittimato a chiedere il voto e ad avviare un percorso che guarda alle future competizioni elettorali, ma non è affatto opportuno che lo faccia nella veste istituzionale. La lettera la mandò alle amministrative del 2018, e ci sta tutta. Ma questa missiva targata Europee 2019, che ha come mittente il sindaco metropolitano è inopportuna, svia i destinatari, confonde le acque. Anche nel contenuto della lettera De Luca riporta chiaramente il suo ruolo, ribadendo di essere sindaco di Messina e sindaco metropolitano e di aver fatto tanto ricoprendo questi ruoli. In sostanza pone una sorta di “voto di fiducia” sia attuale che futuro. Firmarsi sindaco metropolitano quando appena due settimane fa ha consegnato la fascia al prefetto è ancora più inopportuno e vanifica e strumentalizza proprio quella battaglia.

Sono legittime e corrette le aspirazioni relative ad un messinese in Europa, e dovrebbero averle avute tanti leader politici prima di lui che invece si sono accontentati nel fare i portatori di voti, ma a queste elezioni ci sono diversi messinesi in lizza. La Musolino non è l’unica. E’ legittimo e corretto tirare acqua ad un mulino che in questo momento è oggettivamente attivo e in grado di concretizzare molti obiettivi, ma ragioni di opportunità avrebbero dovuto indurre De Luca, ed anche chi lo consiglia, ad evitare di spedire nelle case dei messinesi una lettera elettorale firmata nei suoi due ruoli.

Quando Berlusconi inviò il libro autobiografico a tutte le famiglie italiane, nel 2001, lo fece da leader del partito e non ricopriva una carica istituzionale ma era candidato a ricoprirla.

Va da sé che ogni voto, come ogni candidatura, è personale, ed anche questo il sindaco metropolitano dovrebbe ricordarlo, così come lo ricordano gli elettori.

Rosaria Brancato