Truffe all’Inpdap: gli arrestati davanti al gip respingono le accuse

Il gip Maria Vermiglio ha interrogato le dodici persone che la sezione di PG della Polizia ha arrestato sabato scorso per le truffe messe a segno ai danni dell’Inpdap di Messina e di alcuni istituti finanziari. Di queste tre si trovano in carcere ed otto agli arresti domiciliari. Tutti hanno respinto le accuse mosse dagli inquirenti ed hanno contestato la ricostruzione dei fatti. Angelo Genitore, il 56enne ex dipendente dell’ente, invece si è avvalso della facoltà di non rispondere. Sulle istanze di scarcerazione presentate dai legali degli arrestati il gup Vermiglio si è riservato la decisione. Con una serie di stratagemmi assegnavano pensioni di reversibilità a persone che non avevano titolo e inoltre cedevano il quinto dello stipendio senza i necessari presupposti.
Ma il sistema, sebbene studiato minuziosamente, non avere grandi possibilità ripassare inosservato. E, infatti, l’organizzazione è stata tradita da alcuni errori commessi che sono stati scoperti dal procuratore temporaneo dell’Inpdap di Messina. Il responsabile ha subito presentato una denuncia alla Polizia facendo scattare le indagini sulla truffa messa a segno ai danni dell’istituto di previdenza e di alcuni istituti finanziari