Sgomberato il ricovero dei barboni nella Galleria Vittorio Emanuele. Quando toccherà a piazza Crisafulli?

Qualche giorno fa (vedi articolo correlato) in occasione della conferenza tenuta da Confsercenti in uno dei bar della Galleria Vittorio Emanuele, oltre a notare lo stato di degrado dello spazio che avrebbe dovuto e potuto diventare il fiore all’occhiello del turismo cittadino, abbiamo documentato il ricovero allestito da un gruppo di barboni sotto i portici d’entrata di via Oratorio della Pace, con tanto di letti, angolo riservato alle provviste recuperate in giro per la città e, quel che è peggio, angolo-toilette. Una condizione che il titolare dei pochi locali rimasti ancora aperti all’interno della Galleria (tre su otto) aveva denunciato già parecchio tempo fa, senza però ottenere alcuna risposta. Quanto trovato e finalmente “sbaraccato” questa mattina dagli uomini del nucleo decoro della polizia municipale, non è dunque nulla di nuovo. Ecco perché, almeno a nostro avviso, a dover sorprendere non è tanto ciò che è stato trovato, quanto piuttosto il fatto di averlo fatto solo ora, dopo che le “immagini” pubblicate hanno scatenato reazioni anche da parte di tanti cittadini-utenti che in quell’”oasi” di degrado vedono l’ennesima sconfitta della città.

A questo proposito, e senza allontanarci troppo da piazza Antonello, torniamo a denunciare (in allegato altro articolo con relativa fotogallery) una situazione altrettanto vergognosa ma anche in questo caso altrettanto nota: parliamo di piazza Crisafulli, che purtroppo non ospita più solo la statua di Papa Giovanni Paolo II ma anche un gruppo di barboni, sempre dell’est-Europa come i “vicini” della Galleria Vittorio Emanuele, che ormai da mesi hanno adibito una delle grandi aiuole come loro dimora. I rami e le foglie degli oleandri cresciuti a dismisura, hanno infatti creato una sorta di “tenda verde” dove i clochard vivono protetti da sguardi indiscreti. Durante il giorno bivaccano sulle panchine della piazza dopo aver fatto rifornimento di alcol e birre nel vicino supermercato (bottiglie sparse tutto intorno), di notte si ritirano nei loro appartamenti. Un alloggio gratuito per i senza tetto, in cui a pagare, per l’inerzia di altri, è però il decoro pubblico. La vegetazione, infatti, è simile a quella della giungla perché da mesi non c’è traccia di scerbatura e pulizia, sebbene il personale, grazie anche alle new-entry della cooperativa Normanna Arl (in due hanno qualifica di operai), oltre quello dell’Ato3, potrebbe essere indirizzato per un immediato intervento.

Non parliamo di una zona di periferia, per quanto la gravità dei fatti non cambierebbe, bensì di una dei punti maggiormente “trafficati” anche dai turisti che risalendo la via Sant’Agostino, si dirigono verso i Santuari di Montalto e Cristo Re. E mentre nel caso della Galleria, per quanto tutti ne fossero a conoscenza, l’unica “scusante” potesse essere rappresentata dal fatto che il ricovero allestito dai barboni non fosse esposto nella pubblica piazza, in questo caso non esiste alcuna giustificazione perché tutto ciò avviene proprio in uno spazio pubblico, all’aria aperta e sotto lo sguardo, più o meno sveglio, di tutti. E anche stavolta le segnalazioni non sono mancate, almeno da parte nostra. Ma forse non basta. (ELENA DE PASQUALE)