Capo Scaletta, area a pericolosità elevata. Nominato il Rup per il progetto di messa in sicurezza

Il sindaco Gianfranco Moschella ha nominato il geometra Giuseppe Morabito dell’Ufficio Tecnico Comunale Responsabile Unico del Procedimento del progetto di “Messa in sicurezza di Capo Scaletta e ricostruzione della spiaggia, a tutela e salvaguardia delle infrastrutture viarie e del centro abitato”. La zona è stata classificata dal 2005 a pericolosità e rischio elevati, P4 e R4, che, nella normativa regionale Pai-Piano per l’assetto idrogeologico, corrispondono all’ultimo step e il più grave e si può incorrere nel rischio di perdite umane, in conseguenza a un particolare fenomeno naturale.

Dalla relazione del Pai si evince che “sono stati riscontrati fenomeni di dissesto dovuti a distacchi di blocchi medio-grossi dalla parte e accumulo di questi al piede della falesia e oltretutto le frane di crollo, per quanto riguarda lo stato di attività, vengono considerate attive”. Inoltre, l’alluvione del 2007 e quella disastrosa del 2009 hanno aumentato lo stato di pericolo dell’area.

Niente allarmismi e tanta cautela. Siamo di fronte a un problema che attanaglia il comprensorio jonico da diverso tempo, ma per il quale fino ad ora si sono attuate soltanto soluzioni tampone. Il rischio va eliminato perché interessa due aree di grande viabilità, la Ss 114 Messina-Catania e la linea ferroviaria Messina-Siracusa. Un intervento di messa in sicurezza definitivo è d’obbligo per garantire tranquillità a coloro che quotidianamente percorrono la strada che costeggia il Capo Scaletta e per evitare l’isolamento degli abitanti della zona come accaduto in passato. Sette anni fa, l’area rimase chiusa a seguito del crollo di un masso e gli interventi di ripristino cominciarono solo un mese dopo, a seguito delle rimostranze dei residenti che occuparono i binari in segno di protesta.

Vennero spesi 200 mila euro, grazie a un finanziamento erogato dal Dipartimento regionale della Protezione Civile, ma la soluzione definitiva prevedrebbe la realizzazione di una galleria. L’unica certezza è la necessità di intervenire, per evitare di cadere nella triste retorica del “se non prima ci scappa il morto, non si interviene”. Una problematica che riguarda tanto Capo Scaletta quanto Capo Alì, altra area martoriata dalle frane.

Giusy Briguglio