L’avv. Tommaso Magaudda: «Serve un’adeguata riorganizzazione dell’Ufficio Legale interno del Comune»

«Leggo l’inchiesta sul conferimento degli incarichi legali a Palazzo Zanca e, giunti alla quarta puntata, ritengo doveroso intervenire, non sulla questione politica che si vuole porre, ma perché solidale con quei 295 Colleghi iscritti all’albo dei legali di fiducia del Comune di Messina che, nell’immaginario collettivo, appaiono in fila alla porta del Sindaco nell’attesa di essere chiamati ad assumere la difesa dell’Ente.

Ho sempre giudicato ipocrita e strumentale ogni tentativo volto a sterilizzare i rapporti tra l’ente pubblico e qualunque professionista, non fosse altro che per l’elementare considera- zione che nessuna persona ragionevole affiderebbe la cura dei suoi interessi a persona scelta a caso tra le pagine di un corposo albo professionale, e non vedo perché un’amministrazione comunale dovrebbe comportarsi diversamente.

Non ignoro certo che un tale metodo può degenerare in pratiche clientelari, ma non sarà la formazione di un albo aperto a centinaia d’iscritti a porvi rimedio.

Giudico anche poco dignitoso per l’Avvocato accettare incarichi che non siano adeguatamente retribuiti o, peggio ancora, fare mercimonio dell’esercizio della sua professione che, quanto a qualità, non può certo mutare proporzionalmente alla misura dell’onorario proposto.

Non saranno le diverse regole proposte da qualche consigliere comunale a risolvere la questione, anche perché frutto di valutazioni squisitamente politiche che nulla hanno a che vedere con la tutela degli interessi del Comune nelle liti coi terzi.

La soluzione sta invece in un’adeguata riorganizzazione dell’Ufficio Legale interno al Comune, non esclusa l’assunzione per concorso di nuovi Avvocati che possano operare con gli esistenti nel rispetto della Legge Professionale, e in una moderna conduzione dell’Ufficio, che assicuri quei risultati e quelle economie che nessun Albo con Avvocati esterni può garantire.

Da cittadino, sarei più interessato a conoscere gli esiti della gestione del contenzioso e le sue ricadute sul bilancio comunale; eventualmente, anche a discutere su soluzioni che lo contengano entro ragionevoli limiti e coprano i costi a carico della Comunità».

Tommaso Magaudda