L’ex assessore Scoglio attacca l’amministrazione Accorinti. A tutto campo

Le recenti prese di posizione dell’amministrazione in merito al trasporto marittimo sembrano sempre più animate da logiche populistiche ed ispirate da un ideologia vetero comunista di esproprio della ricchezza in antitesi con quella liberale che ne privilegia la redistribuzione attraverso gli investimenti degli imprenditori.

Il modello di una socialità fondata esclusivamente sull’ intervento pubblico è miseramente fallito e comunque oggi non è più economicamente sostenibile.

Sono trascorsi 16 mesi dall’insediamento della nuova amministrazione e prescindendo dai fatti gestionali relativi all’ordinario (rifiuti, acqua, manutenzioni, verde pubblico, servizi sociali etc.) i cui risultati sono stati fortemente condizionati da differenti scelte programmatiche, dall’ inesperienza e dalla scarsità dei mezzi finanziari a disposizione, è sotto il profilo dello sviluppo economico che maggiormente è verificabile il pervicace disegno di operare secondo un modello gestionale superato.

La soppressione di un ufficio quale quello dei Programmi Complessi aldilà dell’organizzazione funzionale dell’ ente ha dimostrato la volontà di non voler portare a compimento i programmi ed i progetti che faticosamente, negli anni, erano stati definiti e che decine di milioni di euro avevano fatto affluire nelle casse comunali e cosa ancor più grave di mortificare ogni forma di partenariato pubblico – privato.

Persino Forte Ogliastri che grazie alla collaborazione Scuola – Circoscrizione si accingeva a divenire un incubatore per l’imprenditoria giovanile è stato totalmente dimenticato.

Non si parla più del recupero della Cittadella, di Maregrosso, delle ex zona zir e zis, del water front eppure da tre anni è stato sottoscritto il contratto con gli aggiudicatari del concorso europeo di progettazione, esistono progetti preliminari e definitivi per l’attivazione del partenariato pubblico – privato per la realizzazione di un porticciolo turistico ed un centro direzionale per lo sviluppo turistico, la via marina, la riqualificazione del litorale da Tremestieri a Capo Peloro – Tono.

Inspiegabile è poi la mancata spesa dei finanziamenti per circa 17 MLN di Euro per lo sviluppo sociale ed eco sostenibile, per importanti opere quali il completamento dell’Istituto Marino.

Anzi si assiste passivamente alla revoca di finanziamenti destinati “agli ultimi” ai “dimenticati” che a parole il Sindaco dice di rappresentare. Mi riferisco alla revoca del finanziamento per il completamento del recidence per i senza fissa dimora a Campo Italia, mentre si spendono centinaia di migliaia di euro per una struttura precaria in un immobile che potrebbe essere diversamente valorizzato secondo il piano di dismissioni approvato dal consiglio Comunale.

Nessuna battaglia politica è stata posta in essere a difesa della città per l’inopinato scippo delle risorse del Ponte, della cui mancata realizzazione forse oggi iniziamo a comprendere effettivamente il danno sociale né per la soppressione della sede dell’ Autorità Portuale nell’ unica città, che quale porta della Sicilia, ha titolo per esserne destinataria.

In questo desolante contesto sembra non interessare alla nostra civica amministrazione la difficoltà economica delle imprese, dei professionisti e delle partite I.V.A., che pure da sempre hanno costituito una parte rilevante del prodotto interno lordo cittadino.

E’ come se la logica ispiratrice sia quella di una città a basso costo ritagliata su misura sui “fortunati” fruitori di uno stipendio pubblico (almeno fino a quando vi saranno le risorse per il pagamento).

Anzi, si preferisce populisticamente occuparsi del trasporto marittimo e della principale delle aziende cittadine, quasi con una pervicace ossessione e senza prima realizzare i necessari cambiamenti infrastrutturali.

L’unico risultato concreto in tale settore è stato quello che per la prima volta nella storia del trasporto marittimo si è riusciti nel difficile obiettivo di privare la Sicilia e la Calabria del collegamento con il porto storico (peraltro da parte del vettore pubblico) e di impedire l’esercizio della libera autonomia privata a favore della città di Catania.

Pensare che la città, porta della Sicilia, non debba saper trarre dal trasporto marittimo un opportunità imprenditoriale o peggio non programmare ed agevolare tale percorso è sintomatico della politica dell’apparire rispetto a quella del fare.

Il Sindaco si batta presso la Regione per il finanziamento e l’attuazione dei programmi già sottoscritti dal Presidente e realizzi, nelle more del completamento del porto di Tremestieri, la via del mare e la piattaforma logistica per la distribuzione delle merci. Solo così potrà razionalizzare il trasporto ed offrire alle imprese ed ai disoccupati nuove occasioni di lavoro.

Non serve sollecitare provvedimenti impossibili di revoche di concessioni pubbliche e pensare ad impensabili “flotte comunali” ma fatti concreti che facciano del traporto una risorsa della città e non un problema.

Si occupi di far destinare dalla Regione i fondi comunitari per la crescita e la coesione intervenendo sulle politiche tariffarie come in Sardegna perché il costo del trasporto è proibitivo soprattutto per lo sviluppo turistico e per gli scambi sociali.

Gianfranco Scoglio