Ialacqua: "Mantenere pubblica la gestione rifiuti è obbligo morale e politico"

Ialacqua: “Mantenere pubblica la gestione rifiuti è obbligo morale e politico”

Ialacqua: “Mantenere pubblica la gestione rifiuti è obbligo morale e politico”

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venerdì 16 Novembre 2018 - 15:41

L’ex assessore all’ambiente spiega che Messinaservizi Bene comune è nata per dare un segnale di rottura, di cambiamento profondo, di discontinuità con il passato, per mantenere in mani pubbliche un servizio pubblico essenziale

L’ex assessore all’ambiente Daniele Ialacqua interviene sul mancato accoglimento del concordato di Messianambiente, ribadendo che l’eventuale fallimento della società non obbliga l’amministrazione comunale a procedere alla privatizzazione della gestione dei rifiuti.

“La notizia che il tribunale fallimentare ha dichiarato l'improcedibilità del concordato di Messinambiente e che quindi sarebbe più concreta l'ipotesi del fallimento della società, temiamo – scrive Ialacqua in una nota – possa essere utilizzata da chi ritiene che tale fallimento faccia scattare automaticamente la privatizzazione della Messinaservizi secondo quanto prevederebbe il cosiddetto decreto Madia”.

“Così come abbiamo già argomentato in occasione dell'assemblea pubblica di Cmdb del 21 settembre scorso a palazzo Zanca sulle Partecipate, chi ha atteso ed attende la sentenza del tribunale fallimentare sperando che il fallimento di Messinambiente possa aprire le porte della privatizzazione, si sbaglia di grosso, per i seguenti motivi: Messinambiente in atto non gestisce alcun servizio; Messinambiente non ha avuto alcun affidamento diretto del servizio; Messinambiente ha gestito il servizio tramite ordinanze contingibili ed urgenti; Il piano Aro prevedeva l'affidamento del servizio gestione rifiuti a società in house e Messinambiente non è una società in house; Messinaservizi bene comune spa, società in house, è stata costituita il 31 marzo 2017 ed ha sottoscritto il contratto di servizio nel luglio 2017 ed è operativa con tutto il personale ex Messinambiente ed ex ATOME3 dall'1 maggio 2018”.

“Il fallimento di Messinambiente – spiega ancora l’ex assessore – deve fare riflettere certo sulle conseguenze che può determinare dal punto di vista amministrativo e contabile, ma non bisogna nascondersi dietro questo fallimento per attuare i preventivati progetti di privatizzazione”.

“Il fallimento di Messinambiente dovrebbe a nostro avviso essere invece l'occasione per riflettere su di un ventennio di gestione dei rifiuti a Messina, fatto di tante ombre e di poche luci: le ombre della malagestione, del malaffare, del clientelismo, delle emergenze periodiche, ma anche le luci del lavoro in condizioni difficili, di sacrifici che hanno fatto buona parte dei lavoratori, senza dimenticare chi è morto lavorando per l'azienda e la città.

“Messinaservizi Bene comune è nata per dare un segnale di rottura, di cambiamento profondo, di discontinuità con il passato, per mantenere in mani pubbliche un servizio pubblico essenziale in una regione in cui il settore è permebaile alle infiltrazioni della mafia e del malaffare; per garantire stabilità ai lavoratori e creare nuove occasioni di lavoro; per migliorare i servizi ed eliminare gli sprechi a garanzia dell'interesse pubblico. Continuare su questa strada è a nostro avviso un obbligo morale e politico”.

Un commento

  1. serra salvatore 17 Novembre 2018 07:12

    E’ VERAMENTE SCANDALOSO, HANNO GESTITO PER CINQUE ANNI, MANDATO LA MESSINA AMBIENTE AL MACERO ED ANCORA CRITICANO, STATE ZITTI X CORTESIA. GRAZIE.

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