Riforma Autorità Portuali. Lazzari: “Si deve fare sistema con Gioia Tauro”

Ordine degli Architetti, Ordine degli Agronomi e Forestali, Ordine Regionale dei Geologi, Collegio dei Geometri, Collegio dei Periti Industriali, Confindustria, Ance, Cgil, Cisl, Uil, Legambiente dei Peloritani, Inbar, Fondazione Architetti nel Mediterraneo, Inarsind, Un.I.Coop Messina, Collegio Interprovinciale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati di Messina – Enna. Sono i componenti del Laboratorio Propositivo Permanente, nato nel marzo 2014, per approfondire e condividere, coadiuvati da docenti universitari, strategie da consegnare ai rappresentanti istituzionali.

Rappresentanti istituzionali che, nel mese di agosto 2014, furono chiamati a raccolta dal Laboratorio Propositivo Permanente e si affiancarono al tavolo. Focus, in particolare, sulla riforma delle Autorità Portuali, con la volontà primaria di verificare la fattibilità di mantenere una sede autonoma, accorpando anche i porti di Villa San Giovanni e Reggio Calabria.

“In alternativa e solo nelle ipotesi della impraticabilità della prima soluzione – ricorda il coordinatore del Laboratorio, l’arch. Giovanni Lazzari – un accorpamento con Gioia Tauro come premessa imprescindibile per portare comunque a soluzione il nodo legato al governo dell’Area dello Stretto e concretizzare con atti chiari ed inequivocabili quei processi di integrazione di Messina e Reggio auspicati dai più”.

Nella prima bozza di decreto Messina era accorpata a Gioia Tauro, prima che tutto venisse rimesso in discussione “senza informare la città delle nuove circostanze – prosegue Lazzari -, che avrebbero dovuto riattivare il confronto interno propedeutico alla necessaria ripresa, con rinnovata forza, di una interlocuzione con il Governo mirata a ribadire, eventualmente, le posizioni già espresse. La posizione condivisa poco più di un anno fa non può che uscire rafforzata ancora oggi alla luce, tra l’altro, del raddoppio del Canale di Suez; lo Stretto di Messina si è rafforzato di una posizione strategica che può e deve rappresentare la nuova frontiera per un piano di sviluppo economico e sociale che punti sul trasporto marittimo”.

Secondo il coordinatore del Laboratorio Propositivo Permanente, dunque, non si può negare “alla città di fare sistema, di collegarsi a realtà come il porto di Gioia Tauro per giocarsi nel modo migliore le carte di una piattaforma logistica, capace di attrarre merci e capitali in arrivo, appunto, da Suez e dell’area del vicino Oriente”.