Scontro Anas-Cas, la Cgil propone la società mista

All’orizzonte rischia di profilarsi un nuovo scontro a distanza tra l’Anas e il Consorzio Autostrade Siciliane. Al centro delle polemiche ancora una volta il pessimo stato in cui versano le autostrade nostrane. E non stupisce troppo che l’Anas chieda conto e ragione al Cas che non brilla per gestione e manutenzione della rete autostradale siciliana che Ancora una volta l’Anas chiede conto al Consorzio Autostrade Siciliane minacciando nuovamente la revoca. L’ultima volta questo scontro, che vide contrapposti Ministeri e Regione Siciliana, si concluse con la vittoria della Regione ma solo grazie ad un difetto nella procedura adottata dai primi. La Regione Siciliana vinse insomma quel round ma nel frattempo il Consorzio, che non era e non è proprio un modello di efficienza, restò fermo anni, sospeso nel più assoluto immobilismo in attesa del verdetto. Lo spiega il segretario della Filt Cgil Pino Foti che oggi, di fronte al pericolo di un nuovo scontro, invoca il buonsenso e chiede di evitare altre inutili “guerre sante” che non farebbero altro che bloccare di nuovo, per chissà quanto tempo, le attività già ridotte al minimo del Cas. “Anche allora si disse che una volta difese le ragioni della Sicilia, il Consorzio, e quindi anche le autostrade, avrebbero avuto nuovo vigore ed il dovuto slancio, ma non accadde nulla ed oggi, come allora, continuano incessantemente i “commissariamenti”, come se la gestione del Cas sia ancora un fatto straordinario”. Per il sindacalista è inutile e ridicolo parlare di privatizzazioni in un settore come questo perché significherebbe solo cedere ai privati i profitti di un bene collettivo, ma allo stesso tempo non si può più consentire che un Ente come quello si regga solo attraverso un massiccio ricorso al precariato ed agli appalti esterni. Difendere la natura pubblica di quella gestione però dovrebbe significare dotare l’Ente di vertici, organici e professionalità adeguati. Oppure, spiega Foti, visto che questa è ormai rimasta l’ultima esperienza in Italia, creare una società mista con Anas. E’ proprio questa la soluzione per il segretario della Fil Cgil. “Questa seconda ipotesi eviterebbe un'altra inutile guerra santa e, sulla scorta delle diverse ed innanzitutto complementari competenze dei due enti, determinerebbe una sola efficiente struttura capace di progettare e gestire l’intero arco dei servizi autostradali, offrendo al contempo occupazione stabile ed una migliore offerta all’utenza”. Bisogna dunque invertire la rotta. E ricominciare a gestire le autostrade come un fatto ordinario, cosa che, conclude il sindacalista, i vertici del Cas non hanno saputo fare.