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“Io, asperger, non sono malato ma diverso. E chi non lo è?”

Da Emanuele Francesco Bitto, 19 anni, riceviamo questa lettera e volentieri pubblichiamo. Emanuele ha la sindrome di Asperger e, in occasione della giornata mondiale dedicata a questa sindrome, ha voluto raccontare la sua storia per far conoscere le caratteristiche, le paure, i punti di forza ma anche le difficoltà che ogni giorno una persona con Asperger deve affrontare.

La lettera di Emanuele

Oggi 18 febbraio è la Giornata della Sindrome di Asperger, sì la mia giornata! Tanti già subito si chiederanno: ma gli autistici sanno pure scrivere? Purtroppo non conoscendo la nostra condizione veniamo ancora immaginati come i bambini che si dondolano assenti, che si battono la testa al muro o si mordono le mani, o come adulti maleducati, stupidi o peggio … ma non è così.

Mi ricordo, per esempio, quando ancora tredicenne papà mi portò con lui a lavoro e presentandomi a un collega medico sorpreso disse, pensando che io neanche potessi capire: “Che fa, parla”?”. Un qualcosa subito mi scattò dentro e senza neanche guardarlo e pensare gli recitai il primo canto dell’Iliade. Quindi vi dirò qualcosa di noi Aspie. Da bambini ci chiamano piccoli professori per il linguaggio spesso forbito e per gli interessi e passioni spesso inconsueti, maniacali anche se alcune volte inutili, dove ci perdiamo letteralmente. Ma nel tempo diventano una conoscenza quasi enciclopedica che non smettiamo mai di arricchire. Se chiedi sia una mela noi non ti diciamo subito che è un frutto perché prima dobbiamo leggere in archivio tutti i tipi di mela che conosciamo: Renetta, Golden Delicious, Stark Granny Smith, Royal Gala, Fuji. etc. Il nostro Q.I. è nella media o superiore alla norma. Spesso siamo disorientati in questo mondo che non capiamo subito. Le convenzioni e regole di convivenza che da tutti voi sono apprese in modo spontaneo e naturale, perché innate, per noi sono difficili da comprendere e devono essere spiegate. Questo comporta una fobia sociale.

Se in tanti chiacchierate e io non mi avvicino non è per snobismo, ma perché non so come farlo, non è naturale per me. Mentre voi riuscite a parlare tutti insieme, io non so quale sia il mio turno per inserirmi nel discorso e spesso neanche trovo gli argomenti in comune per farlo . Non posso fare due cose contemporaneamente, come guardare negli occhi e ascoltare, perciò non guardando posso sembrare strano. Sono goffo nel mio modo di muovermi o nel ballare, strizzo gli occhi perché la luce mi dà fastidio oppure mi agito per i rumori forti e improvvisi. Immaginatevi un phon per capelli, che senti come un Mig Jet. I luoghi affollati mi mettono panico, non riesco a processare tutti gli input sensoriali come fai tu, tutto è amplificato: le luci , i suoni, i brusii, gli odori.

Siamo neurodiversi: funzioniamo in modo differente

Se mi dici qualcosa in tono scherzoso o sarcastico, potrei non percepire che stai scherzando e rimanere disorientato. Potresti chiedere a un asperger una cosa come: ”Dammi una mano” e lui ti darebbe letteralmente una mano. Ma non è stupido, ti capisce benissimo, è solo che tendiamo, soprattutto da piccoli, a interpretare in maniera letterale i modi di dire. Sembro ingenuo e non capisco subito i doppisensi. Io sono come te ma funziono in maniera differente.

Sono neurodiverso il mio cervello è cablato in maniera diversa, è come se fossimo due computer con sistemi operativi differenti, uno android e l’altro windows. Le persone asperger non soffrono di asperger ma sono asperger. E non stanno male per la loro condizione ma per l’ambiente che le circonda e che molto spesso è invalidante. Invalidante perché non le capisce o peggio non li accetta e li emargina. Dopo anni di tentativi di adattamento sociale andato a vuoto, e vivendo a doppia velocità per tenere dietro a tutto e soddisfare le aspettative di tutti, inseguendo quella che dai più è considerata la normalità, può succedere di sviluppare ansie e depressioni. Perché, se per tutta la vita ti senti dire che sei sbagliato e non si vede cosa non funzioni in te (perché effettivamente non si vede), finisci col convincerti di essere sbagliato sul serio. Io cerco solo affetto e comprensione dalle persone che mi stanno intorno. Io voglio fare amicizia ma non sono capace e spesso sento dire in giro che la mia è una malattia, invece è solo una diversità.

Risultiamo un po’ strani ma alla fine chi non ha le sue stranezze? Nessuno può dire che la tanto decantata normalità esista davvero. Nessun essere umano è uguale all’altro e anche gli asperger sono diversi l’uno dall’altro, col proprio carattere e la propria dignità.

Emanuele Francesco Bitto

In foto: personaggi famosi con la sindrome di Asperger