Atto stragiudiziale. Ecco come un gruppo di commercianti accusa la giunta Accorinti

Sono una cinquantina di commercianti e si sono rivolti agli avv. Carlo Autru Ryolo e Maurizio Cacace. Chiedono la revoca della delibera di istituzione dell’isola pedonale “Cairoli” perché avrebbe creato danni economici ai loro esercizi e, soprattutto, perché sarebbe illegittima. Così è stato notificato un atto stragiudiziale di diffida al sindaco Accorinti, al segretario Le Donne, al dirigente Amato, all’amministrazione comunale ed in particolare all’assessore Cacciola, fautore dell’isola pedonale.

Le rimostranze sono sempre le stesse, tra l’altro esposte proprio oggi anche da un gruppo di consiglieri comunali (vedi articolo a parte): l’area è popolata da cittadini solo nel week end, le attività rischiano di dover chiudere e il provvedimento non è inserito nel Piano Urbano del Traffico.

“Nonostante le legittime proteste della quasi totalità dei commercianti e nonostante un atto di indirizzo del Consiglio comunale – si legge nell’atto stragiudiziale -, l’amministrazione ha ritenuto di mantenere inalterate le disposizioni della delibera e, ciò che più preoccupa, avrebbe intenzione di attuare in via definitiva l’area pedonale, nonostante tale decisione sia erronea, illogica, priva di motivazione, contraria agli interessi economici dei commercianti, palesemente assunta con eccesso di potere e in violazione e falsa applicazione di legge”.

Tra le altre cose, si ricorda che l’ultimo aggiornamento del Piano Generale del Traffico Urbano del Comune di Messina risale al 16 dicembre 1998. “Ci troviamo, pertanto – è la conseguenza -, di fronte ad un atto invalido, in quanto difforme rispetto a norme espresse dall’ordinamento giuridico, il che ne determina l’illegittimità, in quanto presenta un vizio che lo rende difforme dalla fattispecie astratta prevista dal legislatore”. Se ne deduce che “il Put non può essere ritenuto formalmente valido perché inadeguato”.

Ed allora – secondo gli avv. Autru Ryolo e Cacace – l’istituzione dell’isola pedonale è “illegittima anche nella parte in cui è stato assunto come atto presupposto un Piano Urbano del Traffico invalido, la cui esistenza è, invece, imposta dalle direttive ministeriali. Contrariamente allo schema previsto ex lege, il Comune di Messina ha istituito una zona pedonale lì dove il Piano generale non la prevedeva, operando in palese violazione di legge”.

La giunta è poi accusata di aver “esautorato il Consiglio comunale di un potere proprio”e di non aver valutato “gli effetti del provvedimento sulle attività economiche ricadenti nell’area”. A tal proposito, l’isola pedonale avrebbe “determinato ingentissimi danni agli operatori commerciali, che verranno reclamati nelle sedi opportune, essendo sotto gli occhi di tutti come le attività commerciali siano chiuse, in svendita e in corso di chiusura e come si sia verificata una desertificazione delle vie che costituivano il cuore commerciale della città”.

Un provvedimento, l’isola pedonale, considerato persino stupido: “Non bisogna essere particolarmente avveduti o intelligenti – conclude l’atto prima della diffida – per comprendere come la pretesa tutela di beni fondamentali quali l’ambiente e la realizzazione della cosiddetta mobilità sostenibile non possano pregiudicare diritti costituzionalmente garantiti quali la libertà di iniziativa economica e libero esercizio di diritti fondamentali”.

(Marco Ipsale)