Giro di vite sul “lavoro nero”: 53 aziende controllate, sanzioni per oltre 70mila euro

Quattordici i lavoratori in nero, tre le attività imprenditoriali a cui è stata intimata la sospensione, una la denuncia per un imprenditore di Santo Stefano di Camastra poiché reo di aver utilizzato un impianto di videosorveglianza e sorveglianza senza l’autorizzazione della Direzione Territoriale del Lavoro di Messina né in accordo sindacale.
E’ questo il bilancio delle ultime due settimane di attività dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Messina, d’intesa con il direttore della Direzione Territoriale del Lavoro di Messina.
Obiettivo: contrastare la piaga dilagante del lavoro nero.
In totale sono state 52 le aziende imprenditoriali ispezionate e 83 le posizioni lavorative controllate tra Messina e Provincia. In 3 diverse occasioni, a Brolo, Torrenova e Capri Leone, i militari hanno riscontrato come la percentuale degli impiegati in nero equiparasse, o comunque fosse maggiore al 20%, di quella degli impiegati messi in regola.
Nel primo caso, a Brolo, solo un lavoratore sui due presenti era regolarizzato; nel secondo caso, a Torrenova, solo uno su tre presenti; anche nel terzo caso, a Capri Leone, solo uno su tre presenti.
I 3 commercianti, dopo esser stato loro intimata la sospensione dell’attività, hanno dovuto subito ottemperare alle prescrizioni e regolarizzare i dipendenti in nero versando sanzioni per un totale di quasi 12mila euro. Tutti gli altri commercianti nelle cui imprese
sono stati scoperti gli altri 12 lavoratori in nero, invece, dovranno versare i contributi previdenziali e assistenziali obbligatori non corrisposti, oltre a pagare una maxi sanzione di 4mila euro per ogni lavoratore “in nero”. In totale, dunque, le sanzioni amministrative contestate ammontano ad oltre 70mila euro.