Musumeci e Crocetta alle prese con la fiaba dello scorpione e della rana

Guardando quelle che qualcuno definisce “le grandi ammucchiate”, le due coalizioni che si stanno formando a destra ed a sinistra sui nomi di Musumeci e Crocetta, mi è venuta in mente la favola dello scorpione e della rana.

La storiella,che alcuni attribuiscono ad Esopo, altri no, ma l’origine non è certa, è nota.

Una rana stava sguazzando in un lago quando arriva uno scorpione che ha la necessità di attraversarlo per arrivare sull’altra riva. Lo scorpione chiede quindi aiuto alla rana: “Mi fai attraversare? Salirò sopra di te”. La rana, giustamente replica: “Fossi matta, tu sei uno scorpione, mi morderai e morirò”. “Nient’affatto- la rassicura- ti prometto che non lo farò”. Così la rana aiuta lo scorpione ad attraversare il laghetto, ma, giunti a metà percorso lo scorpione la morde e mentre lei agonizza e lui sta per affondare lei chi gli chiede “perché lo hai fatto?”, e lo scorpione risponde serafico: “perché è la mia natura”.

Quel che sta accadendo in Sicilia in queste settimane ha lasciato senza parole molti commentatori, perché, sia a destra che a sinistra, chi prima se le dava di santa ragione accusando l’altro di essere Satana, adesso si scopre illuminato sulla via di Damasco e stringe matrimoni finchè morte (elettorale) non li separi. In alcuni casi la lite è contemporanea all’idillio, vedi l’Udc messinese che a Palermo sta con Crocetta e accusa il Pdl di essere il male assoluto ma a Messina ci convive senza neanche uno screzio.

Iniziamo dalla possibile alleanza del centro-destra su Nello Musumeci, esponente de La Destra. Dico possibile perché nonostante i buoni propositi iniziali nelle ultime ore gli alleati continuano a litigare su chi ha messo il cappello prima sul nome e quindi su chi “avrà più poltrone in dote”. Il Pdl, per bocca di Castiglione precisa “il nome di Musumeci in ticket con Lagalla l’abbiamo fatto prima noi”.

Ergo, tocca al Pdl sistemare le pedine più “pesanti”, quali vicepresidente, presidente dell’Ars e via distribuendo. Replica Miccichè: “Eh, no, io ho fatto un passo indietro da candidato del Grande Sud, nonostante Berlusconi mi avesse già indicato come il nome giusto. E sono stato il primo a ufficializzare pubblicamente il nome di Musumeci, subito seguito dagli autonomisti di Lombardo”. Quindi, la precedenza va a Grande Sud e Pds (Partito dei siciliani). Musumeci in queste ore ha un gran da fare per far quadrare capre e cavoli e dichiara che nessuno gli tirerà la giacca o gli potrà imporre alcunché e che sarà autonomo nelle scelte.

Stessa identica tesi di Crocetta che ha a che fare con due partiti che sul fronte della distribuzione da manuale Cencelli non scherzano: Pd e Udc.

Non appena i sondaggi hanno dato l’eurodeputato con il vento in poppa tra la società civile si sono fiondati su chi, fino a pochi giorni prima, nel migliore dei casi snobbavano. Idv e Sel si sgolano da giorni per ricordare che il rinnovamento, lo dice la parola stessa, non si può fare con chi ha costruito, mattone per mattone il passato e che chi è stato con Lombardo e ne ha condiviso a lungo opere e pensieri, non può il giorno dopo rinnegare tutto come l’apostolo Pietro ogni volta che il gallo canta.

Non va meglio agli alleati di Musumeci dove gli acerrimi nemici Pdl e lombardiani dovranno convivere sotto lo stesso tetto, dopo aver bombardato per due anni i rispettivi casolari. Per fare alcuni esempi, Corona, che a giugno ha definito Lombardo un soggetto-politico-patologico da studiare ora dovrà far parte della stessa famiglia e Buzzanca che ha visto in Lombardo il nemico numero 1 di Messina adesso, suo malgrado, se lo ritrova alleato. Come nel 2008.

Viene da chiedersi, ma perché lo fanno? Perché si sparano a pallettoni fino al giorno prima e il giorno dopo ingoiano rospi e si stringono la mano?

Lo fanno per vincere. Perché sanno che se vogliono vincere devono camminare insieme sotto lo stesso ombrello pur detestandosi.

Lo fanno per attraversare indenni lo stagno sopra la rana che in questo specifico momento sembra l’unica ancora di salvezza.

Perché fanno finta di scordare il passato e con filosofia orientale predicano pace e bene nell’interesse della Sicilia? Perché chi vince poi si distribuisce il potere.

E per quello sono disposti a rinnegare anche quello che hanno detto un’ora prima e pronti a dire qualsiasi cosa pensano che a noi piaccia sentirci dire.

E, spiace dirlo perché sia Musumeci che Crocetta sono sinceramente convinti che potranno frenarli, presenteranno il conto a urne chiuse.

Musumeci e Crocetta sono davvero convinti che riusciranno a resistere alle pressioni di questi ingombranti alleati, son davvero certi che diranno tutti i no necessari. Il problema è quanti no potranno dire e fino a quando. Perché mentre loro pensano ai programmi i loro alleati pensano alle poltrone e se le dividono. Raggiunta l’altra riva indenni avrà il sopravvento la natura. Usano la rana per istinto di sopravvivenza, ma giunti a terra torna prepotente un altro istinto, quello che li ha spinti ad accettare tutto pur di avere il potere.

Lo scorpione era sincero quando ha detto alla rana che non l’avrebbe uccisa, ma strada facendo la sua natura ha avuto il sopravvento e, pur di mordere la rana è annegato.

Tu puoi anche portarti sulle spalle uno o più scorpioni per aiutarli ad attraversare le agitate acque dell’antipolitica, ma devi saperlo che prima o poi, anche se arrivate miracolosamente indenni dall’altra parte, la prima cosa che farà non è dirti grazie, ma morderti. Perché è la sua natura.

E dovremmo ricordarla anche noi quando andiamo a votare questa storiella. Non so quanti scorpioni ognuno di noi conosce ed ha votato. Magari questa volta, facciamoli attraversare da soli questo lago. Che se la cavino da soli. Come dicono i ragazzi di oggi, quando lo scorpione viene a chiederci una mano, rispondiamo “ma anche no….”

Rosaria Brancato