Monterosso come Giampilieri: Buzzanca chiede solidarietà e fa chiarezza sui fondi

La solidarietà che Messina, a volte invano, ha chiesto per le proprie popolazioni alluvionate, adesso è Messina stessa che vuole offrirla a chi sta provando le stesse sofferenze. Monterosso come Giampilieri, Aulla come Scaletta, l’alluvione del 1. ottobre 2009 come quella che ha devastato Liguria e Toscana. Il sindaco Buzzanca apre la strada alla solidarietà perché «abbiamo rivissuto attraverso le immagini televisive il dramma che due anni fa colpì Giampilieri ed i centri del litorale ionico peloritano». Buzzanca, nel corso di una conferenza stampa, ha confermato che sarà attivato un conto corrente per raccogliere risorse finanziarie destinate alle comunità alluvionate e che, superati questi primi concitati momenti, prenderà contatti con i sindaci dei centri colpiti, per offrire la disponibilità dei volontari della protezione civile di Messina ed i possibili aiuti che saranno richiesti. Sarà istituito anche un numero verde. Inoltre, quale segno di condivisione, il sindaco ha infine confermato di avere disposto la presenza del Gonfalone civico per i funerali che saranno celebrati per le vittime dell’alluvione. «Vogliamo – ha ribadito il sindaco – che non accada quello che si è verificato per Messina due anni fa, quando la città ha sofferto l’isolamento per la disattenzione nazionale registratasi sulla effettiva portata del disastro e sulla interpretazione mediatica errata delle proporzioni dei danni subiti».

Buzzanca “suggerisce” ai sindaci delle città colpite «di attivarsi in prima persona per assumersi la responsabilità della ricostruzione, non delegandola agli altri». Un modo indiretto per ribadire il concetto, più volte espresso, per cui avrebbe dovuto essere lui e non Lombardo il commissario delegato per l’emergenza. Il sindaco è tornato anche sullo spinoso argomento dell’ordinanza sbagliata (a proposito, per i danni in Liguria sono già stati stanziati 65 milioni di euro): «Fino al 30 giugno non esisteva una norma che vincolasse i fondi della Protezione civile alla contabilità ordinaria, dopo sì. A settembre è stata fatta quell’ordinanza e in quel momento, non un mese dopo, la Regione avrebbe dovuto segnalare che i fondi, con queste modalità, non si sarebbero potuti utilizzare. Ci voleva e ci vuole una deroga». La domanda è: perché emanare un’ordinanza senza una deroga ritenuta necessaria per utilizzare subito i fondi? Forse è vero, la Regione è stata inizialmente “distratta”. Ma non si può dire che lo Stato ci abbia messo la massima attenzione.