Tragedia di Corato: i ferrovieri dell’Orsa scioperano domani dalle 14.01 alle 18.00

Dopo la tragedia di Corato i lavoratori delle Ferrovie non ci stanno a diventare il capro espiatorio, i responsabili dell’accaduto. “La linea Corato-Andria, gestita dalla Società Ferrotranviaria- si legge in una nota dell’Orsa- come la stragrande di quelle gestite a livello regionale, non presenta tecnologie che garantiscono adeguati standard di sicurezza, denunciano la presenza di linee e mezzi con sistemi di sicurezza insufficienti ed inadeguati,ciò premesso rivendicano l’adeguamento di tutto il trasporto ferroviario con standard che assicurino le stesse condizioni di sicurezza a viaggiatori e lavoratori”.

Da qui la decisione di proclamare lo scipero nazionale DOMANI DALLE 14.01 ALLE 18.

Chiarissimo il volantino con le motivazioni della protesta: “Troppe le vittime di un sistema che taglia i finanziamenti sul trasporto sociale e si indigna quando si verificano tragedie che spezzano il cuore di una Nazione! I lavoratori scioperano e chiedono il sostegno di tutti coloro che subiscono quotidianamente il disagio di viaggiare come cittadini di seconda serie. L’errore umano (se mai si accerterà) non può essere adottato come causa per coprire la vergogna di Istituzioni disinteressate ad investire nelle infrastrutture meno redditizie e che abbandonano al proprio destino interi territori di una Nazione sempre più divisa. I Cittadini, i Comuni muoiono per la disattenzione delle Istituzioni, i Lavoratori muoiono per l’inedia della politica, una Nazione intera si interroga su come sia possibile avere nel 2016 delle infrastrutture obsolete e ferme agli anni Sessanta.

Tanti morti si potevano evitare? Perché si interviene solo ora? E’ colpa dei lavoratori se non si investe nella sicurezza? E’ colpa dei lavoratori se non si investe nella sicurezza?

Queste sono le domande a cui le Istituzioni devono dare delle risposte!

Noi scioperiamo per difendere il diritto di tutti i cittadini a viaggiare in sicurezza, e il nostro diritto di lavorare senza dover essere il capro espiatorio di colpe altrui”.

Nell’Italia divisa in due dalle condizioni delle infrastrutture i morti pesano come macigni sulla politica che ha drenato risorse e futuro.