Parco Aldo Moro, il Comune lavora per la riappropriazione e l’apertura

L’accordo è stato raggiunto, adesso si tratta di mettere in pratica quanto pattuito. Da anni si parla dell’apertura al pubblico di Parco Aldo Moro, ma solo da qualche mese, col subentro di una nuova dirigenza all’Ingv, sono stati fatti i primi passi concreti. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è adesso infatti molto più propenso a collaborare con il Comune, impegnandosi a restituire l’area alla città ed al contempo mantenere le proprie strutture, anzi rilanciarle, creando insieme al Cnr e all’Università un centro di ricerca sull’attività sismica con la specificità dell’area dello Stretto, zona ad alto rischio in tal senso.

Nel tempo, i dissapori non erano mancati. Tutto nasce dall’atto di concessione gratuita e senza scadenza del 1949. Un atto scritto in modo poco accurato, che lascia adito a dubbi ed interpretazioni. Ad esempio, si parla indifferentemente di concessione e cessione, nonostante siano due istituti totalmente diversi. C’è poi un vincolo di utilizzo e l’area non è mai stata utilizzata, anche se, di recente, l’Ingv ha provveduto alla ristrutturazione dell’edificio, con una spesa di circa 400mila euro.

Adesso, finalmente, le vecchie beghe son diventate inutili perché c’è l’intesa tra le parti. A spiegarci tutto è l’assessore alla Protezione Civile, Filippo Cucinotta: “Stiamo percorrendo una strada un po’ diversa da quella inizialmente prospettata. Richiederà più tempo ma ci darà maggiori garanzie e tranquillità. Faremo una divisione catastale in modo tale da scorporare la particella dello stabile da quella dell’area a verde. Per quest’ultima parte, non ci sarà più una concessione, ma ritornerà di proprietà esclusiva del Comune”.

Prima di riacquisirla al patrimonio comunale, però, il dirigente Natale Castronovo ha chiesto la garanzia che alle spalle ci sia una progettualità, per avere la certezza che il rientro in possesso non si traduca in abbandono e altre spese. “Entro un paio di settimane – riprende Cucinotta – presenteremo una bozza del progetto che è in fase di predisposizione da parte del dirigente all’arredo urbano e al verde pubblico. Poi valuteremo anche le proposte giunte dal quartiere, come quella di realizzare un orto urbano o un gattile”.

E, se tutto andrà a buon fine, non si tratterà solo di restituire un importante spazio verde alla città ma anche di creare un nuovo importante organismo, con ricadute in termini lavorativi. “L’Ingv – conclude l’assessore Cucinotta – ha manifestato il proprio impegno a rilanciare le attività. Sarebbe un presidio a tutela dei cittadini, perché si farebbe ricerca e monitoraggio dell’attività sismica, instaurando anche una capacità attrattiva per i fondi di ricerca per la protezione sismica. Al momento, sono molti i messinesi pendolari che lavorano all’Ingv di Catania. Almeno 12 di loro potrebbero tornare ad operare in città, nella nuova struttura. Altre persone, come già concordato, potrebbero arrivare dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Messina”.

(Marco Ipsale)