L'incubo senza fine di Messinambiente: sequestrati 2,6 milioni di euro

L’incubo senza fine di Messinambiente: sequestrati 2,6 milioni di euro

Francesca Stornante

L’incubo senza fine di Messinambiente: sequestrati 2,6 milioni di euro

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venerdì 19 Gennaio 2018 - 05:09

La Guardia di Finanza si è presentata ieri negli uffici di via Dogali per eseguire un decreto di sequestro siglato dal Tribunale. Una cifra da capogiro che ha coinvolto direttamente il liquidatore Giovanni Calabrò.

Una mazzata inaspettata. Come tante ne sono arrivate a ripetizione nel tempo. Ma questa volta ancora più dura, improvvisa, devastante. Per Messinambiente non c’è davvero pace. E mentre si continuano a fare i conti con un rischio fallimento che non è ancora stato scongiurato, mentre impera la polemica sui dipendenti e sul loro passaggio alla MessinaServizi, mentre c’è in ballo un piano concordatario depositato in Tribunale e si guarda con il fiato sospeso al prossimo 9 febbraio, giorno in cui i creditori dovranno esprimersi sulla proposta costruita per salvare Messinambiente, ieri la nuova batosta. La Guardia di Finanza, su mandato del Tribunale, si è presentata negli uffici di via Dogali e ha messo sotto chiave un patrimonio imponente. Un sequestro da 2,6 milioni di euro che però questa volta ha colpito quasi di striscio la società, a cui sono stati sequestrati circa 100 mila euro, ma che ha coinvolto in prima persona il liquidatore Giovanni Calabrò. E’ stato proprio Calabrò il destinario incolpevole e incosapevole del sequestro milionario che la Procura ha siglato per Messinambiente. In quanto responsabile della società, a Calabrò sono stati messi sotto chiavi conti bancari e patrimonio. Un terremoto che ha fatto tremare gli uffici di via Dogali e Palazzo Zanca. Una giornata amara per la società e soprattutto per Calabrò che ha anche accusato un malore.

Anche questa volta, come già era accaduto nello scorso mese di giugno, quando furono sequestrati 1,2 milioni di euro poi però sbloccati, la somma da capogiro si riferisce a Iva non versata per l’anno 2015, anno in cui Calabrò arrivò alla guida di Messinambiente. Il liquidatore e Messinambiente sono certi che si tratti di un errore di conteggio da parte dell’Agenzia delle Entrate, ma questo sarà da dimostrare. Intanto è piombato come un macigno un provvedimento che fa male, economicamente ma anche alla società stessa che si trova in una fase delicatissima. Da un lato con il Tribunale che ha concesso la possibilità di una procedura concordataria per evitare il fallimento, dall’altro con lo stesso Tribunale che rischia di mettere in crisi un percorso che sembrava ormai quasi a un passo dalla fine.

Francesca Stornante

Un commento

  1. se è vero che non ha versato l’iva il provvedimento è giusto. E’Lo stesso trattamento riservato ai privati per il mancato versamento.

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