Il M5S dà il via alla lunga campagna elettorale: “Dopo Roma tocca a Palermo, alla Sicilia, all’Italia”

Sul finire dell’estate del 2012 Grillo attraversava a nuoto lo Stretto. Di lì a poco il M5S sarebbe stato il primo partito per numero di deputati all’Ars. Sono stati i deputati regionali siciliani i “pionieri” di un movimento che dall’ottobre 2012 avrebbe poi conquistato Comuni e Parlamento. Quattro anni dopo quella prima volta Grillo inizia proprio dalla Sicilia a fase 2, la corsa per la guida del Paese.

Due giorni di kermesse, l’Italia a 5 stelle, al Foro italico di Palermo e che hanno rappresentato l’inizio della campagna elettorale per le Regionali e non solo.

Tocca al popolo grillino infatti dare il via alla campagna elettorale più lunga quella che unisce come una catena il Referendum di dicembre, le amministrative di primavera (con Palermo in testa), le Regionali d’autunno 2017, le Politiche del 2018.

Così come la Sicilia è stato il primo laboratorio politico a 5 Stelle adesso Grillo e i suoi guardano all’isola come alla prima regione da conquistare nella corsa verso il governo nazionale. “Abbiamo preso Roma adesso tocca a Palermo ed alla Sicilia, poi toccherà all’Italia. Il futuro è nelle nostre mani. Quando abbiamo detto no alle Olimpiadi hanno tremato, con il no al referendum sarà la loro fine”, scandisce dal palco Virginia Raggi.

La prima tappa elettorale sarà Palermo, le amministrative di primavera che vedranno i 5Stelle sfidare Leoluca Orlando, le truppe Pd e quelle di centro-destra. Ma il vero obiettivo è la Presidenza della Regione, quella “sfuggita” nel 2012 quando gli elettori scelsero Crocetta ma mandarono all’Ars 16 deputati a 5Stelle che per tutto il mandato hanno dato prova di competenza, impegno e serietà, pur essendo “novelli”. C’è stato un solo addio, quello di Venturino, transitato al gruppo misto.

“Sono tornato e sono il capo”, ha tuonato dal palco sin da sabato sera Beppe Grillo, dettando i tempi e i ritmi delle prossime tappe elettorali.

Nella due giorni sono intervenuti anche Di Battista (Dibba) e Luigi Di Maio che hanno smorzato i toni sulle recenti polemiche legate al Direttorio ed alle questioni romane.Adesso dobbiamo pensare a come dovrà essere l'Italia tra 15 anni – ha detto Di Maio – lanciare una idea di Paese a medio e lungo termine. Per cambiare questo Paese dobbiamo innamorarci del futuro. Alla Sicilia manca un governo Cinque Stelle e glielo daremo e spero con tutto il cuore di trovarvi qui a festeggiare la vittoria del Movimento cinque stelle alla Regione siciliana e poi ci lanceremo verso le politiche”.

A chiudere gli interventi, e non a caso, è stato Giancarlo Cancelleri lo “sfidante” del 2012 che adesso vuol portare a termine quel viaggio iniziato con la traversata di Grill. “C'è una Sicilia da far volare- dichiara- la storia ci ha messo davanti la nuova sfida e la vittoria sarà mettere in atto il cambiamento. Quando saremo al governo della Regione con noi ci saranno cinque milioni di siciliani pronti a rivoltare questa terra come un calzino”.

Accanto a Cancelleri, mentre parla, ci sono i colleghi a 5Stelle dell’Ars, quelli con i quali in questi 4 anni ha portato avanti un’opposizione ferma, scandita anche da 3 mozioni di sfiducia sempre arrivate al voto e sempre bocciate per una manciata di no. “ Grazie per i tanti contenuti che sono emersi dal palco e dagli incontri in Agorà- scrive su facebook la messinese Valentina Zafarana- perché, contrariamente a quello che molti dicono di noi, siamo persone che studiano e che hanno voglia ancora di lottare per costruire una Italia migliore, una Sicilia migliore, in cui si costruiscano paradigmi economici a misura d'uomo, in cui si tuteli il lavoro- ucciso da Jobs act-, in cui si pensi ai minori e ai più deboli, in cui ci sia una banca pubblica a tutela del risparmio, in cui tutti abbiamo un reddito di dignità prima ancora di un reddito da lavoro, in cui la piccola e media impresa sia sostenuta- perché no, anche dalle nostre restituzioni degli stipendi dei parlamentari-in cui le donne e gli uomini possano sperimentare la loro piena libertà e cittadinanza. Chiamateci marziani”.

Ma la manifestazione è stata anche segnata dai cori, dagli spintoni e dagli insulti da parte di attivisti nei confronti dei giornalisti e degli operatori tv accreditati a seguire l’evento e che hanno fatto registrare l’intervento dell’ Ordine dei giornalisti, dell’Assostampa, dell’Unci. “ A Palermo abbiamo registrato un clima da rissa – si legge nella nota dell’Ordine regionale dei giornalisti – con insulti, aggressioni e spintoni ai giornalisti che 'pretendevano' di fare il loro lavoro, ponendo delle domande ai rappresentanti più in vista del M5S. Un episodio che ci preoccupa e che ricorda gli ultras degli stadi e lo squadrismo degli anni Settanta". Episodio stigmatizzato anche dall’Assostampa Sicilia: "Non è la prima volta. E temiamo che non sarà l'ultima. A dimostrazione che l'inaccettabile esasperazione del dibattito politico in corso da anni in Italia tocca tutti. Anche e soprattutto chi – per lavoro e quindi per dovere – ha il compito di informare raccontando i fatti".

Immediata la presa di distanze da parte dei deputati a 5Stelle:"L'odio non fa parte del Dna del Movimento 5 Stelle. Gli episodi di aggressione ai cronisti non ci appartengono, e ne prendiamo nettamente le distanze. Noi difendiamo chi lavora, soprattutto chi lo fa da precario per pochi euro al mese. I violenti stiano fuori dal Movimento”.

Da oggi è già campagna elettorale e lo sarà fino al febbraio 2018.

Rosaria Brancato