Cultura

La biblioteca di Umberto Eco trova una nuova casa

Il patrimonio di un intellettuale è la sua biblioteca. Un patrimonio che, dopo la sua morte, spesso viene disperso, venduto, spezzettato in piccole unità, alcuni libri venduti, altri regalati, altri ancora scompaiono nel nulla. Una biblioteca, però, non è solo un accumulo di pagine e pagine, ma un percorso di pensiero che un intellettuale compie durante la vita, un itinerario speculativo insomma.

Nel febbraio del 2016 è morto Umberto Eco, lasciando l’Italia sprovvista della sua esuberanza teoretica. Dopo alcuni anni di incertezza, il suo patrimonio, la biblioteca, trova una nuova casa. I 44mila volumi che compongono la collezione verranno trasportati in un’ala della Biblioteca universitaria di Bologna di via Zamboni. L’ordine della disposizione dei libri sarà lo stesso di quello di Eco – perché, si sa, la collocazione dei tomi segue un significato preciso per gli intellettuali, i quali sono legati ai propri libri in maniera ossessiva. Il progetto prevede anche un percorso virtuale che evidenzierà le sottolineature e i commenti dello stesso Eco.

Il percorso virtuale permetterà all’utente di navigare fra i volumi e gli scaffali, cogliendone subito il posizionamento all’interno dello schema complessivo della biblioteca. Una piattaforma seguita da Costantino Marmo, direttore del Centro di Studi umanistici Umberto Eco, che di Eco era stato allievo: «Non una biblioteca per specialisti, ma aperta e inclusiva, con possibilità di trovare citazioni autentiche tra le tante che non lo sono e che pure girano in rete. E poi grafici di conoscenza che permettano di mettere in contatto i volumi riflettendo il sapere enciclopedico di Umberto, convinto che i libri vanno annotati, sottolineati, piegati con le “orecchie”. Vorremmo inserire anche giochi multimediali ed enigmistici che Eco tanto amava, cacce al tesoro e “easter eggs”».

La collocazione dei libri nella biblioteca dell’Ateneo bolognese dovrebbe essere completata nella primavera/estate del prossimo anno, e rappresenterà una importante risorsa per esplorare le coordinate intellettuali di uno dei più importanti scrittori italiani dell’ultimo secolo. I volumi saranno così distribuiti in quasi 200 metri quadrati su due livelli, divisi da un ballatoio, nell’ala novecentesca della biblioteca universitaria. L’unica branca della biblioteca che non andrà a Bologna è la collezione dei libri antichi, circa 1200 tra prime edizioni, aldine e incunaboli. Questi libri andranno a Milano, alla biblioteca Braidense, che presto li digitalizzerà per renderli consultabili da tutti.

I figli di Umberto, Stefano e Carlotta, raccontano così la decisione di trasferire la biblioteca a Bologna: «Nostro padre ha lasciato l’indicazione di non organizzare convegni nei dieci anni dopo la sua morte, ma niente su cosa fare dei libri. Abbiamo interpretato questa libertà di scelta lasciataci come un regalo nei nostri confronti. Dal 2016 abbiamo avuto tante richieste da fondazioni e istituzioni, ma non volevamo venderli all’asta o mandarli all’estero. Per questo abbiamo avviato un dialogo con l’Alma Mater dove aveva insegnato per decenni. L’abbiamo donata allo Stato con un accordo con il ministero della Cultura perché la biblioteca di nostro padre deve vivere, non prendere polvere. Con mille anni di storia di Unibo siamo sicuri che non finirà qui».

Il patrimonio di Eco non sarà quindi spezzato, venduto, frantumato, ma rimarrà integro come eredità per chiunque voglia approfondire le sue intuizioni e ricerche, rimanendo aperto per nuovi spunti e ulteriori approfondimenti. Insomma, rimane fecondo, aperto alla novità e alla vita, a disposizione per nuovi intellettuali e letterati.