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La discarica di Grotte chiude i cancelli: Messina rischia l’emergenza rifiuti

Per Messina si profila la prima emergenza rifiuti dell’estate. Questa mattina la discarica di Grotte San Giorgio a Lentini ha chiuso i suoi cancelli. Dopo due giorni di immani disagi e notevoli ritardi nelle operazioni di scarico, oggi l’impianto ha sbarrato l’accesso ai mezzi che portano la spazzatura in discarica e questo potrebbe avere delle conseguenze devastanti sulla città.

Oggi MessinaServizi non è riuscita a scaricare neanche un mezzo. Ciò significa che le 300 tonnellate giornaliere di rifiuti prodotti in città sono rimaste sui mezzi e per strada.

In questi ultimi due giorni MessinaServizi aveva chiesto ai cittadini di rispettare gli orari di conferimento nei cassonetti alla luce dei ritardi che si sono creati davanti ai cancelli dell’impianto, dove i mezzi di 190 Comuni si sono ritrovati a subire ore di lunghissima attesa prima di poter accedere per scaricare.

L’appello ai messinesi

Oggi però la situazione si è ulteriormente complicata. A dirlo sono il presidente di MessinaServizi Pippo Lombardo e l’assessore Dafne Musolino che lanciano un ulteriore appello ai messinesi: «Si invita tutta la cittadinanza a limitare al minimo indispensabile i conferimenti dei rifiuti indifferenziati, fermo restando che nelle prossime ore attendiamo notizie e comunicazioni da parte dell’assessorato regionale all’Ambiente, che ha aperto un tavolo di crisi per affrontare l’emergenza impiantistica venutasi a creare e non dipendente dalla nostra volontà».

Quindi un invito a tenere il più possibile la spazzatura dentro casa, visto l’annuncio arrivato in tarda matinata dalla Sicula Trasporti che gestisce l’impianto di Grotte San Giorgio a Lentini.

Tavolo di crisi a Palermo

Lombardo spiega anche di avere immediatamente contattato l’assessore regionale Alberto Pierobon, il quale ha confermato che è in corso un tavolo per gestire la crisi e sono attesi sviluppi nelle prossime ore.

«Si chiede alla cittadinanza la massima collaborazione, evidenziando come la carenza di impianti rappresenti un’emergenza la cui definizione non può più essere rinviata» dice Lombardo, ricordando che Messina è schiava di un impianto che dista 125 km dalla città.

Francesca Stornante