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La festa dei morti: il rito si rinnova tra doni, morticini e frutta martorana

Storia e leggenda sono legate a doppio nodo in quella che viene definita la Festa dei morti. Una ricorrenza molto sentita, che risale al decimo secolo, per commemorare i defunti.

Le radici del rito che si rinnova 1 e 2 novembre

Si narra che nella notte tra l’1 e il 2 novembre i defunti visitassero i cari ancora in vita, portando ai bambini dei doni. Per riceve i defunti, nel segno del rito. i bimbi, prima di andare a letto, preparavano sul tavolo della cucina un bicchiere d’acqua e un tozzo di pane che sarebbero serviti per dare il benvenuto ai visitatori notturni. Altri ancora scrivevano una lettera ai defunti, un po’ come oggi si fa con Babbo Natale. E ancora c’era chi, invece del pane e dell’acqua, preparava un vassoio di trucioli, fatti ritagliando la carta di giornale. La mattina, una volta svegli, i bambini cercavano i doni nascosti in casa, dando vita ad una gioiosa caccia al tesoro. Dopo aver scartato i regali, ci si preparava per far visita ai propri cari al cimitero.

Tra “morticini” e frutta martorana

In questo periodo, dominano pure i “morticini”, biscotti croccanti dal sapore e dal profumo intenso di chiodi di garofano. Da non dimenticare pure la frutta secca e, soprattutto, la frutta martorana, che le abili mani dei pasticceri sanno plasmare dandole le forme più svariati.