Economia

La guerra in Confcommercio Messina, l’ex direttore denuncia la mala gestio

Tommaso Micalizzi

Esautorata dalla carica di direttore della sigla messinese dei commercianti, l’avvocata Alba Frandina è stata indicata come la responsabile del mancato deposito bilancio degli ultimi 2 anni. Il nodo bilanci è uno dei principali temi sul tavolo dell’attuale spaccatura interna all’associazione, con una parte dei consiglieri che ha formalmente sfiduciato il presidente Carmelo Picciotto.

Un’accusa che la professionista, che ha fatto causa a Confcommercio, respinge con forza. Rilanciando. Lo spiega il suo legale, l’avvocato Tommaso Micalizzi, che annuncia l’azione giudiziaria nei confronti dell’attuale governance messinese e del presidente della omologa struttura Enna-Caltanissetta, che si era apertamente schierato “contro” la Frandina con una nota ufficiale. Di seguito, l’intervento integrale dell’avvocato Micalizzi.

Apprendo con profondo stupore ed una vena di disappunto che la collega Alba Frandina, già Commissario della Confcommercio di Messina, poi Coordinatore della Segreteria, quindi Direttore dall’aprile dell’anno 2018 fino a gennaio di quest’anno, è stata, suo malgrado, chiamata in causa in seguito ad un Comunicato stampa del 29 Settembre 2021 ad opera del Presidente di Confcommercio Caltanissetta Enna, ed additata quale presunta responsabile di inefficienze di carattere contabile nella gestione del suo mandato nonché tacciata testualmente di incapacità.

Non entrerò nel merito di siffatte ultime affermazioni, prive di pregio e di riscontro alcuno, e certamente ingenerose sul conto dell’avvocato Frandina, conosciuta e stimata professionista, nonché del tutto gratuite e miranti a screditarne l’immagine personale e professionale e di cui si riserva, sin da adesso, maggiore tutela nelle opportune sedi.

Mi sia consentita una breve replica sull’appunto rivolto alla mia assistita, che avrebbe lasciato priva di contabilità l’associazione messinese nell’ultimo biennio.

Forse in Confcommercio Messina le cose funzionavano diversamente e di questo si chiederà conto all’Autorità Giudiziaria, cui spetterà mettere la parola fine a quella che è stata già battezzata come “la barzelletta degli amici ennesi”.