Politica

La lettera di un messinese: “La politica ascolti i giovani”

MESSINA – “Il mio augurio è che la futura classe dirigente non faccia scappare via da questa terra le nuove generazioni“. Antonio Carella (nella foto), un ragazzo della provincia di Messina, dovutosi spostare da casa per motivi di lavoro e adesso trapiantato a Padova, scrive a Tempostretto sulla situazione dei giovani e delle prossime elezioni regionali e nazionali.

“Ma qualcuno ci ha mai domandato cosa desideriamo?”

Parlo da giovane, purtroppo siamo una specie da sempre bistrattata, da sempre nominata ma mai coinvolta. C’è quasi un dualismo tra vecchio e nuovo, tradizione e innovazione, e non si è mai capito che solo il mix dà origine al progresso serio e maturo. Molti giovani delle nostre zone adesso parleranno tedesco o inglese, e staranno consumando un kebab aspettando il treno per tornare da lavoro a casa. Ma non la casa che intendiamo noi. Bendì, una nuova casa in un Paese straniero. Perché sono dovuti scappare da qui, la politica non gli ha dato da mangiare, come è avvenuto ai nostri predecessori, e perciò sono dovuti andare via. Mi giro intorno e siamo rimasti davvero in pochi, parlo dei giovani, e in ogni tornata elettorale che sia nazionale o locale siamo sempre menzionati.

Ma qualcuno ci ha mai chiesto cosa pensiamo, cosa vogliamo, cosa desideriamo? C’è una grossa fetta di gioventù che lavora arditamente e senza essere sotto la luce dei riflettori, che si impegna quotidianamente nel sociale e nel culturale, che scrive, che svolge attività di promozione turistica e associativa, che lavora la terra, che investe, che resta con la speranza di un Paese nuovo e adatto alle esigenze del nuovo millennio.

“La nuova classe dirigente dia speranze ai giovani”

Questa è la politica attiva, questa è la politica che noi giovani vogliamo. Sono necessari i portavoce, chi ha il coraggio di esporsi in prima linea, ma senza le truppe di supporto non si va da nessuna parte. Il mio augurio è che la futura classe dirigente dia nuova linfa, nuove speranze sia per i giovani che i meno giovani. E, punto fondamentale, si sblocchi la corruzione spirituale e mentale dei giovani rimasti, operata da persone faziose e senza scrupoli.

Antonio Carella