Coronavirus

La Sicilia ai siciliani: “Se non ci ha ucciso il Coronavirus lo sta facendo il governo”

L’ultimo DPCM di Conte ha scatenato reazioni di protesta, soprattuto nelle Regioni del Sud, quelle nelle quali si è registrato il minor numero di contagi ma che sono in posizione di svantaggio rispetto alla Fase 2 del Nord.

Italia a trazione nordista

A scrivere è l’associazione La Sicilia ai siciliani evidenziando come, ancora una volta l’ITALIA rimane uno Stato a trazione nordista. Per i siciliani la Fase 2 è semplicemente sempre la Fase 1 ma con la possibilità in più di fare una corsetta, ovviamente provvisti dell’immancabile certificazione, per la felicità di chi difende la costituzione in tema di diritti di libertà violati.

Si persevera il massacro

Così- scrive il movimento indipendentista- però, non si può certamente dire per i nostri fratelli del NORD ITALIA, visto che, invece, si aprono tutte le fabbriche e le catene della grande distribuzione. Il cuore economico viene tutelato e ritorna a battere. Ci aspettavamo qualcosa di diverso dal governo giallorosso, non diciamo un occhio di riguardo ma una maggiore sensibilità, visto l’abbandono della Lega dalla coalizione di governo. Invece il governo Conte II ha perseverato con quanto succede da decenni, un massacro continuo nei nostri confronti”

I numeri del Nord e quelli del Sud

L’associazione la Sicilia ai Siciliani utilizza i numeri di questi mesi per chiarire perchè anche la Fase 2 è una testimonianza di discriminazione.Al 26 aprile (dati della Protezione Civile), in Lombardia risultano 35.166 contagiati, in Piemonte 15.519, in Emilia Romagna 12.341, in Veneto 9.138. Scendendo verso sud: Puglia 2.937 contagiati, Basilicata 219, Calabria 797. E la Sicilia? 2107. Anche volendo prendere come riferimento il parametro relativo al tasso di riproduzione basale di una patologia (R0), ossia la possibilità che una persona contagiata possa infettarne altre, in Sicilia, tale parametro è tra i più bassi in Italia (in Lombardia il più alto).

Perchè non apertura differenziata?

Con queste premesse, quindi, ci si sarebbe aspettati che la Presidenza del Consiglio avesse programmato una riapertura scaglionata anche in base alla reale diffusione dell’epidemia. Come? Dando credito ai numeri e più autonomia alle Regioni in virtù a dei parametri oggettivi. Troppo complicato? Troppo faticoso? O forse del sud e della Sicilia non interessa a nessuno?

Lombardia 3 mila Basilicata 219

Più comodo per il governo studiare solo certi aspetti tutelando una parte di Italia con una valutazione non a 360 gradi ma a 90, la stessa posizione in cui noi siciliani (insieme al meridione) ci ritroviamo. Una domanda ci rimbomba in testa: ma i 35.000 contagiati della Lombardia presuppongono misure cautelari uguali ai 219 malati della Basilicata?

Fabbriche sì, bar no

E ancora un bar, una pasticceria, un parrucchiere avrebbero più difficoltà a fare rispettare delle regole in confronto a una fabbrica con migliaia di operai? Dal DPCM possiamo dire che il problema non è stato evidentemente posto, dato che le industrie e le catene della grande distribuzione, notoriamente concentrate al nord, possono riaprire, mentre il negozietto al dettaglio del sud deve rimanere chiuso.

Ennesimo regalo al Nord

Possiamo gridare allo scandalo? Possiamo accusare di ennesimo regalo al nord? La risposta è decisamente sì. In questo modo si condannano al fallimento e alla fame migliaia di piccoli imprenditori e le relative famiglie per il solo interesse dei grandi gruppi economici. Chiediamo al Presidente Musumeci, sempre che la cosa non gli crei troppo imbarazzo con gli amici della Lega di avere un sussulto di dignità, ricordarsi di essere il Presidente della Regione Siciliana e protestare in modo energico ed efficace con il governo centrale.

Condannati alla miseria

Ai deputati nazionali e regionali chiediamo un sussulto di orgoglio. Se avete veramente a cuore la Sicilia battete un colpo. Se in Sicilia non si è morti di coronavirus ci stanno condannando a morire di miseria. Le piazze sono pronte a popolarsi, si sta giocando con il fuoco.