Cultura

“La Solitudine degli amanti” di Fabio Mazzeo: un giallo che sussurra di amore

Dentro c’è la bellezza del vento e della storia, ed anche il sangue del femminicidio, c’è l’intensità dell’amore e la profondità dell’odio, c’è la poesia di Fossati e De Andrè e la fredda cronaca giornalistica.

La Solitudine degli amanti è un giallo che ci sussurra di amore, un thriller ben costruito sullo sfondo di una Roma immortale e affascinante, in un intreccio di vite perdute e sentimenti annegati in una comunità che si sta trasformando in trincea.

Il primo romanzo del giornalista Fabio Mazzeo, in libreria da fine marzo, è stato presentato a Messina nel corso di un incontro a Santa Maria Alemanna, organizzato da Daniela Bonanzinga (che nei prossimi giorni inaugurerà la nuova sede della storica libreria, riservandoci anche interessanti sorprese).

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E’ stato l’attore Luca Fiorino, attraverso la lettura di alcuni brani del libro, ad accompagnare il pubblico nella fitta trama del giallo che in fondo, tanto giallo oggi non è, giacchè i femminicidi scandiscono la terribile cronaca quotidiana e la violenza sulle donne si concretizza persino in omissioni, ritardi, incapacità di legiferare in materia di sicurezza e prevenzione. Mentre per bocca di Luca Fiorino parlava il killer delle donne assassinate si poteva intravedere il profilo di uno dei tanti ex che anche nei giorni scorsi ha ucciso la compagna, l’ex moglie, l’ex fidanzata.

Sul palco anche la sedia di Posto occupato, che ci sarà sempre, ad ogni presentazione del libro che dopo la tre giorni in Sicilia continuerà nelle altre regioni.

Protagonista invisibile del romanzo è la solitudine che accompagna ognuno di noi, quell’essere sconfinatamente soli e disarmati di fronte alla complessità della vita.

Le donne uccise, tutte cinquantenni e tutte in una fase di fragilità interiore, “cadono” nella ragnatela del serial killer. Ma non sarà affatto facile individuarlo in una trama nella quale si affacciano tutte le tipologie umane e che lascia il lettore col fiato sospeso fino alla fine.

Se il killer le ama e poi le massacra, la responsabilità della “solitudine” delle vittime è anche di altri, anche di chi con loro ha percorso un pezzo di strada e condivide lo stesso letto pur non riconoscendone più neanche il respiro.

Toccherà al magistrato Liliana Cannata ed all’ispettore di polizia Andrea Giannini diramare un caso che affonda le unghie nelle cronache di oggi, di ieri e di domani e che ci sgomenta per l’incapacità di difenderci.

Sullo sfondo c’è tutta la bellezza di Roma e dei paesaggi “interiori” che accompagnano i momenti di vita che ognuno di noi conserva nel cuore, c’è la passione per la musica, per l’arte e per i libri. C’è la nostalgia dell’amore che ognuno insegue e che quando afferra non sempre comprende e spesso, troppo spesso, vede scappare via.

La Solitudine degli amanti ci racconta di noi, della nostra società che va di fretta e non si accorge di chi resta indietro, di un’umanità fragile di fronte allo scorrere del tempo e della mutevolezza dei sentimenti, di un’incapacità di fondo ad accettare l’altro in quanto altro e non in quanto “nostro”.

Rosaria Brancato