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Messina. La spiaggia di Santa Margherita si allunga, a Galati la situazione resta critica

Nonostante la totale assenza di mareggiate dal secondo quadrante, l’ultima risale allo scorso novembre, e di fenomeni meteo marini imponenti, capaci di spostare enormi quantità di sedimenti, nell’ultimo periodo la spiaggia di Santa Margherita è cresciuta ulteriormente. Osservando le ultime immagini satellitari, messe a disposizioni dal Copernicus, si nota come la spiaggia sia cresciuta, seppur di poco, rispetto i mesi scorsi. In assenza di mareggiate, ma anche di grossi eventi precipitativi capaci di riversare a mare un ingente mole di sedimenti tramite i torrenti, la crescita della spiaggia in questo tratto di costa è da addebitare alle recenti, ma modestissime, “scadute” di ostro e scirocco.

Difatti, le onde lunghe prodotte dai venti meridionali che soffiano sullo Ionio, riescono a depositare per bene i sedimenti, attraverso delle lunghe fasi di “scaduta” che possono durare pure diversi giorni. Inoltre, grazie alla barriera soffolta che si è realizzata, la spiaggia di Santa Margherita è divenuta particolarmente estesa. In genere più è grande la spiaggia, più può crescere se non ci sono impedimenti.

L’immagine dello scorso 14 febbraio del satellite Copernicus mostra un ulteriore allungamento della spiaggia di Santa Margherita

Ma se la spiaggia di Santa Margherita continua a crescere, poco più a nord, nel tratto di costa poco a sud della foce del torrente Santo Stefano fino all’abitato di Galati Marina, la situazione continua a rimanere piuttosto critica. Nonostante una stagione invernale tranquilla e l’assenza di episodi di scirocco e ostro, quel po’ di spiaggia che era rimasta continua a sparire. Inoltre, la sistemazione di grossi massi a difesa dell’abitato, alla meno peggio, non permetterà mai alle onde di depositare i sedimenti, e quindi di poter ricreare una spiaggia. Ma anzi, i massi non fanno altro che accelerare ulteriormente il processo di erosione, sia durante le mareggiate che dopo le normalissime scadute da onda lunga da S-SE (l’onda che entra su questa porzione di costa assume questa direzione specifica).

Quello di Galati è un problema molto complesso da risolvere. Anche perché se si pensa a risolverlo col solito intervento tampone, poi il problema dell’erosione si sposterà nuovamente più a nord, in un’altra fetta di litorale. Qui bisogna pensare ad un piano di pianificazione di ampio respiro, che riguardi l’intera costa ionica dello Stretto. Senza interventi radicali non si farà altro che contribuire ad aggravare il fenomeno dell’erosione che ora sta mettendo a dura prova pure il litorale nord della città, da Pace fino a Torre Faro. E alle prime “sciroccate” primaverili (fra marzo e maggio) la situazione non può solo che peggiorare.