Attualità

La statua di Montanelli a Milano fa ancora discutere

Torna in Italia lo spirito iconoclasta che nell’estate scorsa aveva infiammato parte dell’Occidente: l’11 marzo è stata (di nuovo) imbrattata la statua dedicata a Indro Montanelli nei giardini pubblici a lui dedicati a Milano. Una falce e martello sono apparsi alla base della statua: segni rossi tracciati con lo spray, un atto vandalico che ha evidentemente connotazioni politiche.

«Ieri la statua di Montanelli ai Giardini è stata ancora una volta vandalizzata. È incredibile che ancora oggi si sia a questo punto. Sono anni che chiediamo telecamere e controlli», ha denunciato l’associazione civica “Agiamo” (Amici Giardini Montanelli). «“Agiamo” aveva dato l’allerta già dal 5 marzo chiedendo una sorveglianza attiva, visto che ai Giardini le telecamere sono solo intorno alla casetta dell’acqua, che sicuramente è un obiettivo meno sensibile della statua del giornalista toscano».

Non è di certo il primo atto vandalico rivolto alla statua di Montanelli. L’8 marzo 2019, ad esempio, il gruppo femminista Non Una Di Meno aveva già cosparso la statua di vernice rosa. Così anche nel giugno 2020, quando ignoti hanno imbrattato il monumento con vernice rossa e una scritta: “Razzista stupratore”. Pochi giorni dopo il gruppo politico dei Sentinelli ha chiesto a gran voce di rimuovere la statua perché Montanelli, scriveva, «fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale, durante l’aggressione del regime fascista all’Etiopia. Noi riteniamo che sia ora di dire basta a questa offesa alla città e ai suoi valori democratici e antirazzisti e richiamiamo l’intero consiglio a valutare l’ipotesi di rimozione della statua».

La polemica non si placa, e la figura di Montanelli infiamma ancora gli animi. Pare però che gli atti vandalici non creino più particolare dibattito intorno alla figura di Montanelli: le testate giornalistiche riportano il fatto con estrema inespressività, e l’azione di verniciare il monumento sembra essere inefficace nell’aprire un eventuale discorso pubblico sull’opportunità o meno di mantenere la statua nel parco. A riprova del fatto che la violenza, da qualsiasi parte provenga, è non solo inefficace ma anche controproducente per qualsiasi causa.

La problematizzazione della figura di Montanelli, poi, non passa di certo per il tramite di un goffo e ormai vetusto simbolo comunista sulla statua. Richiederebbe ben altro, e forse persino la stessa valorizzazione di (alcuni elementi di) una figura di spicco della cultura italiana. Fatto sta che anche l’associazione “Agiamo” riconosce che «gli atti vandalici e terroristici contro la statua non fanno più notizia», come scrive su Facebook. Aggiungendo però una nota critica: «quello che fa notizia è il reiterato immobilismo, il non fare prevenzione e protezione». A conferma che ormai la carica polemica di atti vandalici rivolti contro la statua si è del tutto esaurita e che il problema oggi è interamente ridotto al decoro urbano.