Cronaca

Dopo la rivolta di 14 anni fa, la tendopoli di San Ferdinando rimane una emergenza sociale

SAN FERDINANDO – Nel gennaio del 2019, in seguito ad una riunione svoltasi nella prefettura di Reggio Calabria, furono stabiliti una serie di criteri e di principi per individuare e reperire degli alloggi per gli extracomunitari presenti nell’area di San Ferdinando.  Extracomunitari provenienti dai Paesi dell’Africa subsahariana occidentale, Mali, Gambia, Senegal, Ghana e Costa D′avorio, impiegati come braccianti nella raccolta delle arance presso le aziende agricole nella Piana di Gioia Tauro e saliti agli onori della cronaca nell’ormai lontano 7 gennaio 2010, giorno della rivolta di Rosarno, dopo che due di loro, al ritorno dai campi furono feriti con colpi di arma da fuoco. A questa aggressione gli altri migranti reagirono uscendo dalle fabbriche abbandonate e scaricando la propria rabbia nelle strade, contro automobili e cassonetti. A 14 anni di distanza però nulla è cambiato, perchè dei circa 50 immobili a loro destinati, con l’impegno della Regione Calabria a finanziare la loro ristrutturazione, ancora nulla. Nel frattempo, i braccianti, vivono ancora nella “tendopoli della vergona”, in condizioni igieniche sanitarie, ancora più precarie, continuando ad essere sfruttati e spesso, sempre nel corso di questi anni, numerosi sono stati i casi di caporalato emersi .