Dopo il ritrovamento di reperti archeologici in via degli Orti si riapre il dibattito sulla palazzata settecentesca di Avignone. Di seguito la lettera (firmata) in merito alla querelle ultra decennale.
Molte citta’ italiane hanno fondato la loro economia sulla cura e sviluppo della loro storia attraverso le testimonianze storiche ed architettoniche ed attraggono ogni anno milioni di turisti. Roma, Napoli, Firenze sono le citta’ piu’ ricche di storia visitate ogni anno da migliaia di turisti che spendono nel nostro paese, sostenendo l’economia locale ed italiana. Se si pensa che il turista paga l’albergo , il ristorante, il tassista e compra nei negozi si capisce come l’economia locale ha un valido supporto. E’ l’economia che gira. Una citta’ progressista ha il dovere di mettere del “buon olio” affinche’ la macchina del turismo giri bene, per attrarre nuove economia e sviluppare l’economia locale , per sostenere la domanda di beni , per creare occupazione. Messina, pur essendo una delle prime citta italiane per turismo croceristico, invece distrugge i suoi beni storici, i suoi valori culturali, non li valorizza anzi .
Prova e’ la triste fine dei palazzetti settecenteschi demoliti a TUON di ruspa , una triste storia che ha inciso non solo sulla sfera giuridica dei proprietari ma sull’intera città che ha perso una rara testimonianza dei valori culturali ante terremoto, nonche’ un’opportunita’ di valorizzarli e attrarre turismo, fortificare la sua economia,sostenere la sua domanda interna. I negozi chiudono, sempre piu’ serrande si abbassano, i giovani partono in cerca di fortuna e la nostra citta’ muore giorno dopo giorno. Eppure si poteva fare tanto….
Una storia che ha dell’incredibile , un guazzabuglio amministrativo e giuridico, cautelari su cautelari, gli immobili vengono privati delle loro gambe ( le ruspe si scagliano sui contrafforti per fare crollare tutto) i palazzetti resistono comunque alle demolizioni che vengono eseguite con le ruspe anziche’ a mano per la conservazione e catalogazione delle pietre. Ruspa dopo ruspa tutto crolla , perizia sibilline, concessioni dubbie, facciate che si devono riscostruire secondo il principio dell’anastilosi ma delle pietre storiche nessune notizia…. Il diritto all’edificazione ha trovato maggiore tutela dell’interesse pubblico a mantenere integre le testimonianze storiche e culturali della Messina preterremoto. 1785 anno di costruzione, resistiti a due terremoti periscono a TUON di ruspa con l’ innovativa tecnica dell’ANASTI RUSPA!!!!
Periscono gli immobili sotto le ruspe nell’indifferenza totale , nel silenzio assordante delle amministrazioni preposte alla vigilanza e dell’urbanistica che continua a rilasciare e prorogare concessioni edilizie per la costruzione in adiacenza. C’è anche un fermo cantiere, sembra che gli immobili storici siano di ostacolo alla costruzione di un grosso edificio in adiacenza, danno fastidio, impediscono il passaggio e li’ non ci devono stare, in barba ai valori storici e alla identita’ culturale messinese.
Com’e’ possibile rilasciare una concessione edilizia per scavare e costruire in adiacenza a beni storici ( definiti ruderi) che dovevano essere invece tutelati ? Proprieta’ privata ma anche Patrimonio storico e culturale della citta’ , dal valore sociale inestimabile, aventi la capacita’ attrattiva di quel turismo culturale che manca. Perche’ non si e’ tenuto conto della necessita’ di valorizzare e proteggere i palazzetti? Le identita’ dei messinesi come possono essere dimenticate e spazzate via da un singolo interesse privato? Al momento nessun cartello e’ stato esposto per cui mi chiedo la stecca e’ stata demolita invano?
Esiste una concessione edilizia valida per l’isolato 83 adiacente? La rovina degli edifici settecenteschi anno dopo anno e’ dovuta alle scellerate demolizioni attuate dal confinante munito di concessione edilizia 8272 /85 e 128/08 ( prima demolizione avvenuta nella notte del 1985) che ha continuato a scavare negli anni in adiacenza, minando per sempre la stabilita’ strutturale degli stessi palazzetti e ricorrendo al tribunale per ottenere i cautelari necessari alla demolizione di cio’ che ha resistito. Com’ e’ stato possibile rilasciare concessioni edilizie in adiacenza senza tutelare la stecca settecentesca senza conservare la nostra storia? I proprietari hanno condotto una battaglia legale in sede civile per oltre 35 anni nell’abbandono totale delle istituzioni, nell’intento di difendere sia il diritto di proprietari ma anche tutelare la storia di questa citta, la sua identita’ culturale ed i suoi valori. Come si spiega tutto ciò?
(lettera firmata)