Lavoro

Lavoro nero: quando cadi e il “padrone” ti affida al veterinario

Questa è una storia vera. Ernesto, lo chiameremo così, era un lavoratore in nero. Operaio in un’impresa privata nella zona tirrenica. Un giorno, all’improvviso, Ernesto cadde da un cornicione. L’impatto fu violento e l’operaio riportò un trauma maxillo facciale. Trauma che comporta danni alle ossa, ai tessuti articolari e dentari e alle parti molli del viso e del collo. Tuttavia, il datore di lavoro, ma qui sarebbe più giusto chiamarlo “padrone”, decise di non rischiare. Nemmeno la solita scusa dell’essere caduti dalle scale andava bene. Ernesto lavorava in nero e, pur di non mettere in pericolo il signor padrone, era meglio tenerlo lontano da ospedali e studi di medici.

E allora che cosa escogitò il titolare dell’impresa? A furia di rimuginare ebbe il colpo di genio: trovò un veterinario compiacente. Dopotutto, sempre medico è. Il veterinario, tra un cane e un gatto, fece l’intervento a cui l’operaio avrebbe dovuto essere sottoposto in ospedale.

In un primo momento, Ernesto fu rassicurato: tutto era andato bene sul piano chirurgico, con punti di sutura alla mascella e tutto il resto a posto. Ma così non fu. Passarono i mesi e le condizioni di salute non migliorarono. Anzi, peggiorarono decisamente. Il risultato? L’uomo è rimasto sfregiato, con una serie di danni permanenti. Di sicuro, in ospedale avrebbe avuto maggiori possibilità di non rimanere marchiato a vita dall’incidente sul lavoro.

In una fase successiva, quando si rese conto di aver assurdamente assecondato il cinismo del suo titolare, l’ormai ex operaio si rivolse alla Uil. Racconta Ivan Tripodi, segretario generale della Uil di Messina: “Purtroppo non abbiamo potuto aiutarlo. Non c’erano le condizioni per intraprendere un’azione legale, senza testimoni e prove. Il datore di lavoro gli ha voltato le spalle, altro che risarcimento, e l’operaio è stata l’ennesima vittima di un sistema che calpesta la dignità delle persone. Ricordo sempre che abbiamo quasi il 70 per cento di lavoro nero nell’edilizia. Qualcuno è in regola ma la maggioranza no”.

“Una Procura speciale per gli incidenti sul lavoro”

Subito dopo la morte di Nino Spanò, Tripodi e Pasquale De Vardo, segretario generale Feneal Uil Tirrenica, hanno ribadito la loro posizione, “Reiteriamo la nostra richiesta di istituire una Procura speciale che si occupi solo ed esclusivamente degli incidenti sul lavoro e, contestualmente, di prevedere nel codice il reato di omicidio sul lavoro”.

Governo, Parlamento, sindacati, Confindustria, Ance – Associazione nazionale costruttori edili: ognuno deve fare la sua parte per fermare questa strage continua.