Ex Feluca destinati alle partecipate, ma c’è fermento. Per gli ex Lsu manca 1 milione

Mobilità tra le partecipate. Non è ancora ufficiale, ma probabilmente già entro oggi sarà firmato il provvedimento che garantirà il rientro a lavoro dei 17 ex lavoratori Feluca. L’amministrazione Accorinti ha ormai deciso di percorrere questa strada offerta dalla legge di stabilità 2014 che proprio alla mobilità tra le società partecipate o controllate dalle Pubbliche Amministrazioni dedica una corposa parte che va dai commi 563 a 569. In pratica la legge dice che dal 1° gennaio scorso, le società controllate direttamente o indirettamente dalle PA io dai loro enti strumentali possono accordarsi tra di loro per realizzare, anche senza il consenso del lavoratore, processi di mobilità di personale in relazione ai propri fabbisogni. Dunque sarà questa la soluzione per gli ex Feluca che fino a qualche anno fa gestivano i servizi informatici del Comune.

Per il segretario generale Antonio Le Donne giornate di super lavoro, dopo le rassicurazioni date ai lavoratori durante l’accesa protesta di martedì pomeriggio. Il segretario/direttore conta di chiudere la partita oggi stesso, lo stesso naturalmente sperano i 17 che non ce la fanno più ad attendere senza lavoro e senza soldi.

Se in un primo momento però sembrava che la destinazione dei Feluca fosse l’Amam, notoriamente alle prese con drammatiche carenze di personale, salta fuori che questo processo di mobilità toccherà anche le altre partecipate di Palazzo Zanca. Non è ancora chiaro in che termini ciò accadrà, non è ancora stato stabilito per esempio quanti e quali lavoratori saranno assorbiti da una società piuttosto che da un’altra. Il segretario Le Donne ha interpellato i manager di Atm e Messinambiente per capire quali potrebbero essere le esigenze delle due più grosse aziende comunali che gestiscono servizi essenziali e fondamentali per la cittadinanza. Ieri faccia a faccia con il direttore dell’Atm Giovanni Foti, anche se non c’è ancora il numero preciso di chi transiterà in Atm. Un po’ più perplesso invece il commissario di Messinambiente Alessio Ciacci, che però finora non ha avuto modo di approfondire con Le Donne tutta la vicenda. Di certo c’è che pensare di portare nuovo personale a Messinambiente è una scelta che si pone in contrasto con quanto dichiarato proprio da Ciacci fin dal primo giorno sulle note eccedenze di personale nella società che si occupa di rifiuti. Ciacci ha sempre evidenziato l’assurdità di una società che spende oltre la metà delle sue risorse in costo del personale e teoricamente oggi non si potrebbe accollare neanche mezzo lavoratore in più. Ovviamente fuori progettazione l’Ato3, che è una partecipata ma che sta già vivendo lo stesso problema di mobilità dei dipendenti.

Dunque in ballo ci sono Amam, Atm e Messinambiente. La prima con i conti a posto, le altre due con cronici problemi da risolvere. Bisognerà capire in che modo si supereranno questi scogli, la scelta di proseguire in questa direzione ha già creato qualche mal di pancia nei corridoi di Palazzo Zanca, soprattutto per il dirigente alle Partecipate Riccardo Pagano che nei giorni scorsi si era opposto ad apporre la sua a firma alla delibera che sblocca l’iter dei Feluca e restituisce un po’ di speranza a questi 17 lavoratori che anche nelle partecipate si dovranno occupare di servizi informatici. Fermo restando che questi sono progetti che guardano avanti e messi in piedi in virtù della famosa Multiservizi che il segretario Le Donne spera di costruire nel più breve tempo possibile. Da settimane è pronta la delibera per l’istituzione della commissione di lavoro che si occuperà di gettare le basi di questa grandissima società in cui confluiranno tutti i lavoratori delle partecipate e i servizi di cui fino ad oggi si sono occupati.

Dopo gli ex Cea dunque anche per gli ex Feluca la soluzione potrebbe essere dietro l’angolo. Parlando di ex Cea, che da una settimana sono stati assunti all’Aman con contratto a tempo determinato fino a dicembre, si apre però un tema ancora attualissimo a Palazzo Zanca: la mancanza di copertura economica per garantire gli ex Lsu, cioè i lavoratori socialmente utili. I Cea facevano parte di questo bacino e nonostante tutto hanno trovato l’appiglio, nessuno degli altri rischia naturalmente il posto di lavoro, ma c’è un buco finanziario da colmare. La Regione, con la legge n. 5 del 28 gennaio 2014, ha stabilito che per il 2014 sono state abrogate le norme in favore dei lavoratori socialmente utili, ma che è stato istituito un Fondo straordinario per coprire quegli squilibri finanziari che la sottrazione di quelle risorse provocherà nei bilanci delle Pubbliche amministrazioni, il tutto però tenendo conto della dotazione complessiva del fondo e del contributo già concesso per ogni singolo lavoratore alla data del 31 dicembre 2013. Con la successiva Legge Regionale n.13 dell’11 giugno 2014 è stato poi aggiunto che in attesa di definire tutti i passaggi per accedere al fondo, la Regione garantisce il 40% delle somme dovute l’anno precedente, in modo da non lasciare totalmente scoperti i Comuni. Per Messina lo squilibrio ammonta a 1.789.129 euro, come hanno certificato gli uffici di Palazzo Zanca e da Palermo arriverà un milione di euro in meno per coprire questa larga fetta di lavoratori. La patata bollente arriverà presto in Consiglio comunale, perché toccherà all’aula prendere atto di questo squilibrio da 1,7 milioni e della procedura di riequilibrio finanziario attraverso l’acconto del 40%. In qualche modo però le somme mancanti si dovranno poi recuperare. E’ sereno e fiducioso l’assessore al Bilancio Guido Signorino che ha garantito che anche queste voci saranno inserite nel bilancio di previsione 2014 che a giorni sarà consegnato al Consiglio comunale. “Stiamo facendo tutti i conteggi per garantire servizi e personale, è un lavoro di grande rigore ma crediamo che possano esserci tutte le condizioni per procedere senza problemi, anche alla luce dei nostri progetti di stabilizzazione dei precari che ci aiuteranno a sbloccare quelle che oggi sono ancora delle problematiche”.

In I Commissione Bilancio però questa delibera di riconoscimento dello squilibrio finanziario ha già messo sull’attenti molti consiglieri. Proprio alla luce di questo provvedimento, adesso in tanti vogliono analizzare più concretamente come si è articolata la procedura degli ex Cea, anche loro ex Lsu.

Francesca Stornante