Messinambiente ha una settimana di autonomia, raccolta a rischio sospensione. Saltati i primi servizi

Siamo in via di esaurimento. In tutti i sensi”. Non ha remore né peli sulla lingua il commissario liquidatore di Giovanni Calabrò nel descrivere la drammatica situazione in cui si trova Messinambiente. Senza risorse, senza neanche più un centesimo da destinare alle spese che un’azienda che gestisce uno dei servizi pubblici essenziali deve sostenere, Messinambiente è al collasso. Se tutto va bene la società riuscirà a garantire la raccolta dei rifiuti ancora per una settimana. Ma si tratta di previsioni ottimistiche perché i servizi potrebbero subire uno stop anche prima. “Le scorte di carburante per i mezzi ci consentiranno di arrivare al week end, al massimo ai primi giorni della prossima settimana. Dopo di che non potremo fare altro che fermare tutto” dice Calabrò, amareggiato per una condizione che la società da sola non riesce a superare e sconfortato dalle mancate risposte del Comune che sembra non rendersi conto dell’emergenza che rischia di profilarsi nel giro di pochissimi giorni.

“Già ieri mattina ho inoltrato una comunicazione all’amministrazione comunale, avvisando Palazzo Zanca del primo servizio che è saltato. A ruota potrebbero seguire tutti gli altri, fino allo stop totale” spiega il liquidatore annunciando che da oggi la piattaforma di Pace non accetterà più il conferimento di sfalci e potature, sia dai privati che dal pubblico, quindi dal Comune. Una decisione obbligata dopo quanto successo ieri mattina a Patti, dove l’autoarticolato messinese che doveva smaltire gli scarti del verde è stato lasciato fuori dai cancelli dai gestori dell’impianto Pieco con cui Messinambiente dal 2014 aveva avviato un accordo per lo smaltimento e il riciclo di sfalci e potature. “Da troppi mesi la società non riesce a pagare le fatture per il conferimento presso l’impianto di Patti e ieri ci hanno chiuso i cancelli. Tra l’altro proprio nelle ultime settimane, dopo il grande intervento di potatura degli alberi di piazza Cairoli, le quantità di materiale trasportato al Pieco sono state ingenti e dunque il debito nei confronti dell’impianto è aumentato a dismisura. Ma al Comune questo aspetto evidentemente non era stato considerato, quindi a pagare ancora una volta è Messinambiente che si è trovata a interrompere uno dei servizi che deve espletare”.

Il quadro disegnato dal commissario Calabrò è desolante e se nel giro di pochi giorni non si sbloccherà qualcosa la situazione non potrà che degenerare. A gettare la società in questo baratro è lo stallo finanziario di Palazzo Zanca perché senza il bilancio di previsione 2015 non ci sarà modo di coprire la fattura mensile che Messinambiente emette per finanziare tutti i servizi che deve espletare. Una crisi che si trascina da inizio anno e che di mese in mese si è acuita sempre più. Il Comune aveva già ridotto di quasi 1 milione di euro il budget destinato a Messinambiente e, seppur con grandi ritardi, fino ad oggi la società era riuscita a garantire servizi e stipendi. Adesso però i salti mortali e le speranze non bastano più. Il commissario Calabrò confidava in una transazione tra Comune e società che doveva chiudersi due giorni fa e che avrebbe dato un po’ di respiro a Messinambiente, ma anche su quel fronte si è registrato un enorme nulla di fatto. Quindi ad oggi la situazione è davvero drammatica. Di stipendi ovviamente neanche a parlarne, tra i lavoratori comincia a montare malcontento e angoscia perché questa mancanza assoluta di notizie alimenta solo un clima di grande incertezza e frustrazione. E se anche arriverà qualche somma al commissario Calabrò toccherà fare i conti con il pallottoliere perché oltre agli stipendi c’è un servizio pubblico essenziale da garantire che dipende anche dai fornitori che battono cassa e stanno chiudendo tutti i rubinetti. “Dopo l’impianto di Patti non escludiamo che la stessa cosa possa verificarsi con le altre società che forniscono servizi all’azienda, ad esempio lo smaltimento degli ingombranti o il noleggio dei mezzi a cui siamo stati costretti a ricorrere” dice Calabrò che non nasconde che non ci sono più soldi neanche per pagare le utenze. Messinambiente è ormai al capolinea.

Sta venendo a cessare l’operatività dell’azienda. Ho ammonito l’amministrazione, spiegando che ci stanno mettendo nelle condizioni di non poter più garantire i servizi. Lo comunicherò anche al Prefetto. Siamo allo zero assoluto, non c’è più niente”. Calabrò punta dritto al cuore del problema e punta il dito verso quella che considera una pessima conduzione amministrativa: “Evidentemente bisogna rimodulare tutto il sistema interno, rivedere le deleghe dirigenti e funzionari, intervenire al più presto su una macchina burocratica che sta dimostrando di non saper affrontare i problemi”.

Un grido d’aiuto che a Palazzo Zanca finora nessuno sembra voler ascoltare. E alla fine saranno i cittadini a pagare il prezzo più alto. Proprio mentre al Comune è ricominciata la discussione sulla tassa rifiuti 2016. Il danno e la beffa.

Francesca Stornante