Tutti i debiti e i crediti dell’Atm, la situazione è drammatica e il servizio a rischio

Stipendi dei lavoratori, contributi, debiti con i fornitori, con le ditte che si occupano di assistenza, bollette da pagare, decreti ingiuntivi. Un monte debiti che si aggira intorno ai 30 milioni di euro. Di contro ci sono i crediti, tutti i finanziamenti che la Regione non ha mai corrisposto, quelli che il Comune ha preferito non accollarsi, quelli che non sono mai arrivati per inadempienze varie che oggi si traducono in circa 22 milioni che da qualche parte dovrebbero rientrare. E’ questa, in sintesi, la situazione economica dell’Atm.

A mettere tutto nero su bianco in una relazione inviata al Sindaco, agli assessori Signorino e Cacciola e al commissario Manna, è stato Ferdinando Garufi che, in assenza del Direttore Generale Claudio Conte, collocato in ferie d'ufficio e al quale non sarà rinnovato il contratto, in questo momento è stato nominato d’ufficio Direttore facente funzioni. Una relazione che fa luce sui conti dell’azienda e che potrebbe essere il punto da cui ripartire per quel rilancio sempre auspicato ma mai davvero messo in atto. In buona sostanza il lungo elenco di cifre dimostra che serve un urgente intervento finanziario a sostegno dell’azienda per fronteggiare le varie esigenze di pagamento. Se ciò non sarà fatto “sussiste il concreto pericolo dell’interruzione del servizio di trasporto pubblico erogato alla cittadinanza” scrive Garufi ed è chiara l’estrema gravità delle condizioni finanziarie.

Andando a leggere questi numeri nel dettaglio inizia il lungo elenco di quelli che sono i debiti. In testa c’è uno dei tasti più dolenti: i lavoratori. Ai 586 dipendenti mancano ancora gli stipendi di maggio, giugno e la quattordicesima, il tutto per un totale di 3.700.000 euro. A questa cifra si devono aggiungere circa 4.641.000 euro di contributi Inps non versati da marzo 2012 ad oggi. Stesso discorso per 600.000 euro di ritenute Inps, 744.000 di rate Inps presso la Serit, 508.000 di Irap, 290.000 di ritenute Irpef. Tutto ovviamente non versato e che ha messo l’azienda nelle condizioni non poter avere il Durc in regola e dunque di non poter accedere ad alcuni benefici come ad esempio la rateizzazione o la possibilità di riscuotere crediti laddove ci siano.

Da saldare ci sono le 4 rate per 181.000 euro, su un debito complessivo di oltre seicentomila, dovuto Ministero Università e Ricerca a seguito del finanziamento del progetto Set, ma il quadro si fa ancora più nero se si va a spulciare la mole di soldi che l’Atm deve ai suoi fornitori.

In testa la ditta Ventura che si occupa dei lavori di pronto intervento e manutenzione della tranvia. Ad oggi l’impresa vanta un credito complessivo di 1.211.000 euro, lo scorso 24 maggio aveva comunicato la prossima sospensione del servizio, il 1 luglio ha fatto partire un decreto ingiuntivo che però proprio ieri il Comune è riuscito a far ritirare con l’assicurazione che presto sarà pagato un acconto da 200.000 euro. Anche l’Esperia srl, che gestisce la manutenzione della linea aerea tranviaria, ha presentato ben due decreti ingiuntivi su un credito di circa 1.674.000 euro. Poi c’è la Astolm Ferroviaria, fornitrice di mezzi tranviari. Alla società l’Atm deve corrispondere 355.000 euro più altri 721.000. Secondo un’intesa sottoscritta lo scorso 12 aprile era stata stabilita una rateizzazione da 50.000 euro per 7 mesi affinchè l’impresa non venisse meno agli accordi. Ciò non è accaduto e questo presto potrebbe provocare lo stop totale del servizio. Senza dimenticare che l’ormai cronica carenza finanziaria non ha permesso gli interventi di riparazione delle vetture guaste. Il risultato è che oggi sono solo al massimo cinque quelle funzionanti su un parco tranviario che inizialmente contava 15 vetture. Lo stesso discorso vale anche per la flotta autobus. Fermi in officina per mancanza di pezzi di ricambio ci sono 30 mezzi più 10 bus dei 25 acquistati nel 2007 in leasing dalla Bredamenarinibus. Un’operazione che il Comune avrebbe dovuto finanziare e che invece ad oggi ha fatto sborsare alla sola Atm oltre tre milioni di euro. La ditta a tutt’oggi vanta ancora un credito di oltre due milioni e ha pignorato tutte le somme dovute all’Atm dall’Assessorato regionale ai trasporti fino a quando non vedrà saldato il proprio debito per intero. Non va meglio con i fornitori di carburante. Ad azioni esecutive ha fatto ricorso anche la Comeco che per ottenere i 482.000 euro che aspetta ha pignorato quelle somme direttamente alla Regione. La Q8 Quaser srl, invece, per rivedere i suoi 1.115.000 euro, e non ottenendo neanche un acconto, ha messo in atto la stessa procedura però presso la banca tesoriere dell’Atm. A questo si aggiungono ancora i circa due milioni di euro che l’azienda Trasporti deve ad Enel, Amam e gestori telefonici. Dalla relazione si scopre infatti che anche la “figlia” del Comune ha ben 682.000 euro di bollette non pagate all’Amam.

A colmare parte di questi debiti potrebbero esserci i crediti che a sua volta l’Atm vanta. In testa ci sono i contributi regionali bloccati perché manca ancora quel famoso Contratto di Servizio che il Comune pare non abbia avuto finora intenzione di sottoscrivere e l’avvio della trasformazione dell’azienda in spa. Si tratta di circa 7,5 milioni dell’anno 2012 e delle prime due rate del 2013. Sempre la Regione dovrebbe poi corrispondere poco più di 3 milioni di contributo per l’applicazione del contratto nazionale degli autoferrotranvieri e i contributi dal 2003 al 2009 per il tram che si attestano sugli 8.870.000 euro.

Emerge dunque in tutta la sua drammaticità una situazione che rischia di collassare da un momento all’altro. Garufi nel documento chiede un incontro urgente tra Amministrazione e Assessorato, ma soprattutto chiede un’anticipazione urgente per riuscire a tamponare le emergenze, dare degli acconti ai fornitori e scongiurare ulteriori azioni legali e interruzioni del servizio. Basterebbero subito 5milioni di euro, ma non dovrebbe tardare neanche l’approvazione da parte del Consiglio Comunale del bilancio di previsione 2013 che ha previsto un contributo da parte del Comune di poco più di 20milioni di euro. Una boccata d’ossigeno, considerato che fino allo scorso anno il contributo di circa 13milioni era lo stesso del 1999. La situazione dunque potrebbe divenire irrimediabile, lo scrive Garufi al termine della sua relazione. Non resta che attendere quale sarà la risposta della nuova amministrazione di Palazzo Zanca. L’auspicio è che finalmente il Comune possa ricordare che quell’azienda è sua e che non può più permettersi di ignorarla perché in un momento così delicato per le casse comunali potrebbe trascinare nel baratro tutto.

(Francesca Stornante)