cronaca

Letojanni dice addio a Massimo Canfora, autopsia conferma: pioggia di coltellate mortali

MESSINA – Per la Procura ci sono pochi dubbi: è il 19enne Feres Bayar l’assassino di Massimo Canfora ucciso nella sua abitazione di Letojanni lo scorso 18 agosto. Ma il PM Alessandro Liprino non vuole lasciare zone oscure sul caso né trascurare alcuna possibile ipotesi e così, dopo l’autopsia affidata al medico legale Daniela Sapienza, ha chiesto agli investigatori altri accertamenti.

Intanto nella cittadina jonica sono stati celebrati i funerali del netturbino di 56 anni: amici e parenti si sono stretti intorno ai familiari, nella chiesa di San Giuseppe, nel giorno del lutto cittadino proclamato dal sindaco Alessandro Costa.

L’autopsia conferma: pioggia di fendenti mortali

La dottoressa Daniela Sapienza non ha dubbi: Massimo è morto per le 9 coltellate che lo hanno colpito al torace ed al collo, lasciandolo in una pozza di sangue, senza scampo. Il referto completo sarà sul tavolo del pubblico ministero titolare del caso tra 90 giorni ma la consulente ha avuto, dall’esame autoptico, conferma di quel che aveva visto dal primo esame sulla scena del crimine, quel giovedì mattina nella casa di via Nenzi.

Dal primo esame le ferite sembrano compatibili col coltello trovato e sequestrato accanto al corpo, ma questo esame è ancora da approfondire, come l’ulteriore screening chiestole dal magistrato: stabilire se nel corpo di Canfora ci sono tracce di droga o alcool, se ha avuto rapporti sessuali, se ci sono tracce di colluttazione. L’ipotesi tracciata dagli investigatori è infatti che quella notte la vittima abbia consumato sostanze stupefacenti col suo assassino.

Al vaglio anche il traffico telefonico di quattro apparecchi cellulari sequestrati in casa, quello di Canfora e di Bayar e quelli di altre persone presenti nello stabile, compreso il tunisino accusato dal diciannovenne di essere l’effettivo responsabile.

Il ragazzo, dietro le sbarre, continua a dirsi innocente. I suoi difensori, gli avvocati Giambattista Freni e Giuseppe Marino, puntano ora al Tribunale del Riesame per tentare di ottenere la scarcerazione del giovane.

Daniela Sapienza