L’ex assessore Currò al sindaco: “Bonifichi la baraccopoli di Fondo Fucile dall’amianto”

Recenti articoli di stampa hanno riproposto per l'ennesima volta, il tema delle condizioni di estremo degrado e di rischio grave ed incombente per l'incolumità e la salute pubblica nella baraccopoli di Fondo Fucile a Messina.

Baraccopoli nella quale "vivono" circa 120 nuclei familiari con anziani e bambini.

L'art. 50 comma 5 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000 recita testualmente : " …in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili ed urgenti sono adottate dal Sindaco, quale rappresentante della comunità locale".

L'art.54 dello stesso decreto legislativo al comma 4 prevede: " Il Sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento, provvedimenti contingibili ed urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità pubblica e la sicurezza urbana".

Le chiedo pertanto, ricordando la Sua storia lastricata di impegni e battaglie ideali dal No Ponte alla tolleranza religiosa, dalla difesa della legalità alla lotta a favore degli "ultimi, ma ricordando anche i precisi doveri inerenti la Sua carica di Sindaco, di intervenire con un provvedimento immediato ed urgente per risanare in maniera totale e definitiva Fondo Fucile con lo smantellamento delle baracche .

Baracche coperte, come Lei sa e come recita una mappatura dei Vigili Urbani di Messina e relazioni di Arpa, Asp e Genio Civile,da lastre di amianto deteriorate che rilasciano fibre che possono "essere inalate con conseguenze gravissime per la salute pubblica".

Una mancata emanazione da parte del Sindaco e del suo ufficio di una Ordinanza di sbaraccamento di Fondo Fucile per ragioni di igiene e sanità potrebbe configurare una omissione malgrado la deliberazione della Giunta Municipale n.151 del 14 marzo 2014 per acquisto alloggi ad oggi, purtroppo , senza esito e dal finanziamento revocato. Omissione nella quale sono certamente incorsi i Sindaci che l'hanno preceduta e , credo, contemplata dall'art.328 del codice penale.

Per continuare con la progettualità complessiva del risanamento delle aree degradate:quanti anni ancora dovranno attendere gli abitanti di Via M.Anneo Lucano al Rione Taormina prima di avere una casa decente? E quanto i cittadini di Via Rosso da Messina o quelli di Fondo Saccà, per non elencare tutti gli ambiti ?

Pietro Currò